Capire i sentimenti altrui per poi ritrovare i propri

Qualche domenica fa sono andata al Castello di Rivoli a vedere una mostra (il cui titolo è Madre), dell’artista francese Sophie Calle. Durante il primo anno di scuola di specializzazione ricordo che un mio docente, alla fine di un’esercitazione pratica, chiese quali “umane cose” ci interessassero e piacessero. Ci invitò a leggere, ascoltare musica, andare al cinema, visitare mostre e città. Tutto ciò che l’uomo crea, nel bene e nel male, ci dà una dimensione delle sue potenzialità, del suo sentire e del suo essere.

E al tempo stesso la natura fa da contraltare al nostro fare, ricordandoci che il tempo ed il ritmo della nostra vita non dipendono solo dalle nostre mani e dai nostri orologi. Quando lo sguardo si perde in un tramonto, quando un quadro ci emoziona, quando fermiamo i pensieri e ci limitiamo a percepire coi sensi, quando osserviamo ciò che ci circonda sentendoci parte e non solo spettatori inermi, quando senza aver per descrivere quel che ci attraversa in quel momento restiamo fermi e respiriamo sapendo di respirare..è

in quei momenti e solo in quei momenti che sentiamo di essere parte del mondo, e di poter sfiorare quell’inafferrabile senso di infinito ed eterno che talvolta ci angosciano ma che in questi casi ci riportano immediatamente al centro di noi stessi. Che non siamo monadi, né isole solitarie. Che partecipiamo al dolore ed alla gioia altrui, perché proviamo empatia, amore, simpatia.

Ecco. Io credo che la mostra Madre possa togliere le parole, e riempire il cuore di umana compartecipazione e compassione. L’autrice mette in mostra la morte della madre. Nulla di macabro, nulla di crudo, nulla che sconsiglierei a persone sensibili. Semplicemente, attraverso le immagini, gli allestimenti, le parole dell’autrice, si percepisce il bisogno di salutare una persona cara che se ne va. Di renderle memoria, per poter sentire di averla ancora viva in noi. Le immagini, tante volte, sono più efficaci delle parole. Sono universali. Ci fanno sentire meno soli. Talvolta, per sentirci, basta aprire gli occhi e lasciarci attraversare dai sentimenti altrui. Per ritrovare i nostri.

Dott.ssa Paola Pugina

www.psicoterapeuta-pugina.it