Far conoscere senza giudicare apre lo sguardo e fa scegliere

Mi è stato chiesto quale sia la mia opinione rispetto al fatto che «già dalle elementari gli psicologi inculchino l’ idea che essere maschi o femmine non sia importante» (domanda suggerita dalle prese di posizione contro la filosofia gender).

Intanto: lo psicologo non inculca nulla nella testa di nessuno, ma (nei contesti scolastici e non) offre spunti, riflessioni ed informazioni scientifiche; non presenta modelli cui aderire, ma amplia i punti di vista; descrive la realtà per come essa è e favorisce un clima che porti a non condannare chi ci sembra tanto lontano dall’ideale di realtà che abbiamo in mente.

Nello specifico, poco si trova sulla tanto chiacchierata filosofia gender, mentre si trovano (purtroppo attualmente a fatica) opuscoli preparati da un importante collega per suggerire a professori e docenti modalità comunicative volte alla prevenzione del bullismo contro le persone omosessuali. Andando sul pragmatico: è più nocivo parlare delle “due mamme” di Sara e spiegare che non esiste solo la famiglia formata da mamma-papà-figli o affermare che i rapporti omosessuali sono chiaramente deviati, violenti e sbagliati? Nella scuola, io purtroppo ad oggi ho sentito la seconda di queste affermazioni, e non la prima.

Possiamo trovare un modo di far disegnare a un bambino la sua famiglia senza che si senta diverso perché non è quella del Mulino Bianco (sulla quale, peraltro, si possono scrivere trattati a non finire)? Chi lavora nelle scuole oggi sa che spesso sono i bambini per primi a mettere in luce quanto ristretta sia la definizione di famiglia “tradizionale”, sono loro a chiedere se possono considerare famiglia la mamma, il papà (anche se vive con Giovanna) e Giovanna (che è simpatica e mi prepara la colazione). E’ così tremendo parlare di questa realtà liberamente e portare i bambini non tanto ad aderire a un modello, ma a conoscere ciò che accade e a non giudicarlo sbagliato perché non aderente a un modello precostituito? Nessuno psicologo sceglie l’orientamento sessuale né le opinioni delle persone con le quali lavora.

Apre strade, questo si, che permettono di ampliare lo sguardo (anche verso scorci che non vogliamo vedere), e offre la possibilità di scegliere, tra mille strade. Senza gettare nel fuoco chi percorre strade diverse dalla nostra.

Dott.ssa Paola Pugina

www.psicoterapeuta-pugina.it