Il bello di perdersi È ritrovarsi

A nessuno piace perdere. Dall’aver perso il posto in fila, al perder tempo, fino ad arrivare alla perdita di persone care.

L’unica cosa che talvolta vorremmo lasciarci alle spalle sono i ricordi negativi, dai quali invece, in realtà, non ci separiamo mai fino in fondo. Perché in realtà, più che di dimenticarli, cancellarli, rimuoverli, abbiamo bisogno di integrarli, di inserirli in un racconto in cui sembrino meno dolorosi e più vicini all’immagine che abbiamo di noi stessi. Per non perderci, appunto. Perché qualunque cosa accada nella nostra vita deve in qualche modo essere inserito nella storia personale, in modo da poter sentire che non lasciamo alle nostre spalle dei pezzi di noi stessi che non ci appartengono e nei quali non ci riconosciamo.

Ad ogni modo, perdere non ci piace. I bambini ce lo fanno vedere in modo evidente: piangono, si arrabbiano, scalciano.

Non vogliono giocare più perché il divertimento del gioco viene quasi annullato dalla frustrazione del non essere arrivati primi. Cerchiamo di insegnare loro che non vincere non rovina la bellezza dei momenti ludici, di condivisione, eppure poi, quando a perdere siamo noi, sentiamo aprirsi una ferita che ci porta ad arrabbiarci e spesso a ritirarci. Come fanno loro. La reazione istintiva è quella di trovare una narrazione che ci eviti di sentirci falliti, quindi di trovare un nemico a cui addossare la colpa di una vittoria raggiunta senza gloria né onore, magari con l’ inganno. Oppure ci identifichiamo con la sconfitta e ci raccontiamo che noi siamo falliti, perdenti e nulla potremmo mai fare per ottenere quello che desideriamo.

In entrambi i casi la voce di fondo dice “io non gioco più”, perché gli altri sono cattivi o perché io sono. Resta il dato di fatto che non abbiamo ottenuto quel che volevamo e allora, quel che ci resta da fare, è ricordarci che ciò che sempre ci resta siamo noi, con tutte le nostre risorse che forse non abbiamo saputo usare al meglio in quella specifica occasione. E chiederci, semplicemente, come potremo usarle al meglio la prossima volta, se davvero desideriamo raggiungere quel particolare obiettivo. E ricordarci che perdere fa male, ma a volte aiuta a ri-centrarsi su se stessi e a non perdersi.

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