Siamo uomini: ricordiamo La memoria è una lezione

L’altro può fare paura? Così tanta paura da temerne la vicinanza? Così tanta paura da doverlo etichettare come “sbagliato”, un “errore” che non dovrebbe neppure esistere? La storia ci dice di si. E non ce lo racconta solo la Storia con la S maiuscola, quella scritta sui libri. Chissà cosa resterà scritto nei libri (probabilmente meglio dire negli e-book) del futuro.
Cosa racconterà questi anni. Probabilmente, nonostante la perenne connessione e la virtuale possibilità di conoscere tutto il mondo istante per istante da casa propria,

se un domani potessimo leggere un libro di storia, ci troveremmo guerre, conflitti, episodi che non ricorderemmo. Perché non abbiamo la capacità di osservare ed interpretare tutti gli eventi che ci accompagnano mentre quegli stessi eventi scorrono, paralleli o incidenti alle nostre stesse esistenze. Tornando alla domanda iniziale. L’altro ci fa paura, perché in quelli che giudichiamo come suoi errori, vediamo i nostri. Oppure perché considerare gli inciampi altrui non come inciampi ma come passi compiuti consapevolmente da una persona come noi, ci obbliga a considerare la possibilità che esistano strade altre, e questo può portarci ad un senso di sbandamento, di insicurezza, provocati dalla sensazione che le vie dinanzi a noi sono infinite e proprio noi potremmo aver scelto quella sbagliata.
E allora ci arrocchiamo nelle nostre convinzioni, diventiamo rigidi, non offriamo possibilità, neppure nei nostri pensieri. Questo può portarci ad escludere l’altro? Certo. Possiamo arrivare a credere che l’altro non abbia ragione d’esistere? Potremmo arrivare ad ucciderlo? Si. Anche se ci sembra impossibile, anche se non accettiamo questo lato del nostro essere umani, non possiamo dimenticare che nella nostra Storia molti uomini si sono macchiati di crimini contro l’umanità, sorretti da rigide ideologie, forse plagiati da deliri altrui, forse impauriti.
Ma ogni volta che sento qualcuno dire che la giornata della memoria non ha senso, una voce dentro me ripete tutte queste cose. E dice che ha sempre senso ricordare, fermarsi e pensare che siamo, in quanto uomini, capaci anche di questo. Ma soprattutto che siamo capaci di superare drammi e traumi e da questi imparare. Solo che, senza memoria e senza riflettere, non impareremmo nulla.

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