Chiudere la disco punizione giusta o misura ipocrita?

Non ho mai frequentato discoteche di nessun tipo, e per quanto mi riguarda non avrebbero mai dovuto aprire, ma da questo a chiudere il Cocoricò riminese per quattro mesi ce ne passa. Abbiamo delle istituzioni in stile maoista, “colpirne uno per educarne cento”, e non va bene: infatti le responsabilità sono individuali e non collettive, altrimenti perché non chiudere le autostrade, dove è vero che non si spaccia, ma qualsiasi pericoloso autista può far inversione di marcia e uccidere i malcapitati di turno che se lo trovano sulla sua strada? E cosa dire di quelle disgrazie che avvengono in montagna,

dove lasciano le penne pure i minorenni: gli mettiamo i sigilli? E gli stadi, dove gira di tutto, sono forse più sicuri di quei luoghi da sballo?
Quando i buoi sono scappati, chiudiamo la stalla e ci mettiamo la coscienza a posto.
Mi stavo chiedendo cosa dovrebbe fare un gestore di un locale pubblico per non incorrere nelle ire del questore: perquisire tutti quelli che lo frequentano perché lo Stato assenteista non sa fermare l’illecito traffico di droga? Auguri a tutti i discotecari che saranno in lutto: ma perché una sera non provate a farvi una salutare camminata sul lungomare e poi un bel bagno rinfrescante a mezzanotte? Magari è meglio della discoteca, e non perché qualche buontempone ha deciso di chiuderla!

Enzo Bernasconi

A quanto si sa, i casi simili sono stati più d’uno, per fortuna non tutti mortali. Possiamo discutere sulla deterrenza della punizione, ma responsabilità individuale è anche vigilare su quel che accade in casa propria. Conveniamo con lei sul bagno a mezzanotte: molto meglio dello sballo.