Tregua sui bonus bebè Tradate paga gli arretrati

TRADATE Il Comune di Tradate pagherà i bonus bebè arretrati. Lo ha deciso la giunta comunale dando così seguito alla sentenza di secondo grado del tribunale del lavoro di Milano, che imponeva al Comune di versare gli assegni che negli anni erano stati negati ai figli di genitori stranieri. I bonus che il Comune dovrà corrispondere sono 3 per il 2007, 13 per il 2008, 16 risalenti al 2009 e 51 per lo scorso anno. Ben 83 assegni da 500 euro per un totale di 41mila 500 euro di contributi da erogare.

L’amministrazione segna così un nuovo capitolo nella lunga e tortuosa vicenda dei bonus bebè, facendo una piccola retromarcia sui propri intenti. Solo nel mese di dicembre il sindaco di Tradate Stefano Candiani aveva annunciato la decisione di ricorrere in Cassazione contro la seconda sentenza avversa del tribunale milanese, una scelta che non decade, ma che è quantomeno contraddittoria rispetto a quella di dare seguito ai pagamenti.  
La giunta comunale ha deliberato di erogare ai beneficiari dei bonus relativi al periodo da settembre 2007 a luglio 2010 (quando l’amministrazione ha sospeso il provvedimento) tutti i contributi, al netto di eventuali debiti arretrati che le famiglie hanno nei confronti del Comune per Ici pregressa, rette dell’asilo nido, dello scuolabus o della mensa. Gli assegni (del valore pari alla differenza) verranno staccati nelle prossime settimane.
Insomma, il Comune paga, ma si trattiene i propri crediti per compensare eventuali buchi e ridurre le perdite. Una soluzione a cui l’amministrazione ricorrerà in almeno una decina di casi: «Ci sono famiglie che hanno tariffe arretrate e debiti vari con il Comune per cifre che si aggirano sul migliaio di euro – spiega il sindaco Stefano Candiani – erogare loro il contributo sarebbe stata una doppia beffa, con una mano trattengono quanto dovuto e con l’altra chiedono l’assegno, questo chiaramente non lo possiamo accettare». Il bonus, che assegnava un contributo di 500 euro per ogni nuovo nato tradatese (con genitori italiani e residenti da almeno 5 anni a Tradate) era stato tacciato di essere discriminatorio e per questo alcune associazioni del mondo cattolico avevano promosso un ricorso. Ricorso che è stato vinto in primo grado con una sentenza che ne sanciva l’irregolarità. La sentenza è stata impugnata dal Comune e in secondo grado le cose sono andate addirittura peggio. Non solo è stato confermato il giudizio, ma l’amministrazione è stata anche obbligata a rifondere gli aventi diritto dei bonus negati. E qui sta il punto. Dopo un lungo temporeggiare i bonus ora verranno erogati, nell’attesa che la Cassazione si pronunci sul ricorso presentato dal Comune contro quanto stabilito dal tribunale del lavoro nello scorso mese di settembre.

b.melazzini

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