Imma, il dolore di Marco: “Era l’amore della mia vita”

VARESE Amava la musica Imma. Era minuta e avrebbe voluto fare la ballerina. Ma la sua testa “da grande” le aveva suggerito di costruirsi un futuro più sicuro. E così si dava un gran d’affare lavorando nei ristoranti. Alla pizzeria Campigli di viale Belforte e al Montorfano del Sacro Monte. Ed era proprio da questo locale che stava tornando venerdì pomeriggio, ignara della morte l’aspettava in via Virgilio, una strada che aveva percorso migliaia di volte,

anche alle 2 di notte, dopo il turno di lavoro serale. «Conosceva molto bene la curva dove ha perso il controllo dell’auto – racconta il fidanzato Marco Pace, sostenuto dagli amici, davanti all’obitorio dell’ospedale del Circolo – Non escludo che abbia avuto un malore o che l’incidente sia stato causato dalla stanchezza. Oppure che abbia sterzato per evitare un ostacolo». Domani, durante l’autopsia, i medici tenteranno di capire le cause che hanno portato la giovane – Immacolata Proto, detta Imma, 21 anni, originaria di Salerno – a invadere la corsia opposta, dove è stata travolta da un Range Rover. «Ultimamente aveva fatto tanti sacrifici per comprarsi la Fiat600, proprio l’auto che stava guidando al momento dell’incidente – continua il fidanzato – Stavamo insieme da 3 anni. La scelta di Imma di stabilirsi a Varese, qui con me, risale a 2 anni fa. Viveva con la mia famiglia (in un appartamento di via Bainsizza, in un palazzo color ocra). Ci volevamo bene e avremmo voluto stare insieme per sempre. Solare e dolce, lascia nel mio cuore un vuoto che non si può colmare. Il suo sogno era quello di sposarsi a Salerno, nella stessa chiesa dove era stata battezzata. Era una ragazza molto religiosa, che ci teneva alle tradizioni». Anche il funerale verrà celebrato a Salerno, deve vivono i genitori e le sorelle Daria e Sara.

Il destino, prima di strapparle la vita, ha voluto lasciare a Imma la gioia di una breve vacanza a Ravenna, a Lido di Savio. Erano andati lì in 4 amici, per 3 giorni. C’era il fidanzato Marco e Stefano e Giorgia, che raccontano: «Eravamo tornati mercoledì scorso, avevamo appena fatto stampare le foto in cui eravamo tutti insieme felici. Chi andava a pensare una cosa del genere». Tanta la sofferenza anche di Greta Pace, sorella del fidanzato: «Per me Imma era una della famiglia. Dal suo ritorno da Ravenna non l’avevo mai vista sveglia. Quando rincasavo dal lavoro lei non c’era. E quando mi alzavo al mattino lei ancora dormiva perché aveva lavorato fino a tardi al ristorante. La ricordo addormentata nel suo letto e mi fa male non averle potuto dire un ultimo ciao».

Grande anche la sofferenza di Andrea Carcano, titolare del ristorante del Sacro Monte, l’ultimo a vederla in vita. «L’ho salutata intorno alle 15.15, sarebbe dovuta tornare per le 18.30. Era una ragazza simpatica, cordiale, tranquilla, veloce, che ci sapeva davvero fare con i clienti. Era sempre allegra e sorridente e l’avrei voluta fissa da me. Ma non ho avuto il tempo di parlargliene. Ci mancherà tanto». Distrutto dal dolore anche Emilio Campigli, titolare della pizzeria al trancio di viale Belforte. «Mi sembra ancora di vederla dietro al bancone. Quante risate che ci siamo fatti. Io mi sentivo un po’ un “padre” perché lavorava con me da più di due anni, per 4 giorni alla settimana. La prendevamo un po’ in giro perché era piccolina, ma lei stava sempre al gioco. Era piccola, ma grande. Ho saputo della sua morte venerdì in tarda serata. Sabato mattina ho telefonato a Salvatore, il padre del fidanzato. Non è stato in grado di parlare tanto singhiozzava. Imma era una che rimaneva nel cuore».

Adriana Morlacchi

e.marletta

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