Lady Bossi e la guerra leghista E’ lei l’anima nera del Carroccio?

VARESE (m. tav.) È rimasta per decenni lontana dai riflettori. Ma adesso che l’imperatore sta lentamente perdendo il controllo del partito, tocca a lei difendere i diritti di famiglia. Lady Bossi, al secolo Manuela Marrone, è la “santa patrona” del cerchio magico, che si contrappone all’ascesa dei colonnelli nel controllo della Lega. A Lady B è stato dedicato un ampio reportage, pubblicato sul numero di questa settimana di Panorama, a firma di Cristina Giudici, già distintasi per una pubblicazione sulle donne padane.

Un articolo che mette a nudo strategie e tensioni interne alla Lega, che hanno il proprio epicentro in lady Marrone, definita “L’imperatrice della Padania”. «A Varese – si legge – nella capitale della Padania il clima è sempre più teso. Sindaci, militanti, esponenti locali del partito se ne infischiano ci ciò che accade nei palazzi romani. A loro interessa una cosa sola: salvare il movimento padano dal suo declino. O meglio, sottrarlo ai tentacoli del cerchio magico, che ormai assomiglia alla corte decadente di un impero, che rischia di perdere tutte le sue colonie, per poi implodere». Gli uomini «delle colonie padane» sono arrabbiati. Con chi? Con Lady Bossi, secondo la ricostruzione della giornalista, «”l’anima nera del movimento”: è così che i militanti e i sindaci ormai chiamano Lady B» si legge ancora.

Il gioco di correnti che spacca il partito da oltre un anno a questa parte, viene visto come una sua responsabilità. Tutto ebbe inizio nel 2010, anno nero del Carroccio, quello che vide il tre volte bocciato Renzo Bossi detto il Trota essere eletto in consiglio regionale. «È stata Manuela – scrive ancora – a decidere che Marco Reguzzoni dovesse diventare il delfino di Bossi con il compito iniziale di affiancare il figlio Renzo, che quando Bossi aveva ancora una certe presenza di spirito aveva soprannominato il Trota».

La tesi è quindi che Bossi ormai avrebbe “abdicato” alla vera guida del partito. E che la moglie sia la direttrice d’orchestra. Una “ventriloqua”, per usare un’espressione in voga fin dal 2006, nell’area dei leghisti dissidenti, per definire chi parlava a nome del capo. Le tensioni nella “capitale della Padania” esploderanno stasera, al congresso cittadino. Anche se nessuno dei due candidati, Marco Pinti e Gianluigi Lazzarini, può essere definito vicino al cerchio magico. In realtà sono pochi gli esponenti vicini a Lady B nella sezione. Sarà interessante vedere quale sarà la loro strategia.

e.marletta

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