Padani o non padani? Che caos A Varese si divide pure la Lega

VARESE Il popolo padano esiste eccome ma solo se sei leghista. Le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano hanno scosso la gente del Nord e aperto un dibatitto, nella culla del leghismo, sull’esistenza o meno di un’identità padana.

E se i lumbard sostengono che il popolo padano sia più vicino alla Germania che a Napoli, gli esponenti nordici di altri partiti alleati della Lega rinnegano qualsiasi padanità. Anteponendovi l’Italia dei mille campanili. «È vero che la Padania non esiste come Stato – conferma l’assessore leghista di Varese Fabio Binelli – ma un popolo padano c’è eccome e negarlo significa avere una visione gretta e retriva».

Binelli su una cosa concorda però con Napolitano: «Non esiste una via democratica alla secessione. Quindi, qualche politico illuminato dovrebbe inserire questa possibilità nella Costituzione. Proprio come era prevista nella ex Repubblica cecoslovacca. Uno Stato che invece non la contemplava era la ex Jugoslavia e abbiamo visto come è andata a finire».

Dunque il popolo padano esiste. Ma su base etnica o culturale? Qui i lumbard si dividono. Per il neosegretario cittadino di Varese Marco Pinti appartenere al popolo padano significa inseguire un ideale.

«Come popolo padano io intendo quello che si ritrova negli ideali della Lega Nord – dice Pinti – la Padania non ha tanto confini geografici, quanto i confini dell’utopia. Infatti, al popolo padano si stanno aggiungendo anche tutte quelle persone che nel centro Italia stanno aderendo alla Lega Nord».

Quindi non c’è un’unità etnica? «La storia di Padania come quella dell’Italia è molto variegata dal Medioevo in avanti». Non la vedono così altri leghisti. Marco Bordonaro, esponente varesino catapultato a Milano a guidare i Giovani Padani, si sente più vicino a un tedesco che a un meridionale.

«Culturalmente e storicamente l’area della Padania è sempre stata più vicina alla Mitteleuropa – dichiara – Se c’è chi attacca il popolo padano vuol dire che facciamo paura. Altrimenti, se non esistessimo, non ci sarebbe alcun problema». Un punto di vista condiviso dal sindaco di Morazzone Matteo Bianchi: «Dal punto di vista etnico e culturale un popolo padano esiste. Basta guardare l’aspetto linguistico: i dialetti di tutto il Nord Italia hanno origine gallo-romanza e non latina».

Ma c’è chi non è d’accordo e non si tratta certo di un meridionale. Il vicesegretario provinciale del Pdl Marco Airaghi, il cui cognome dovrebbe essere di origine longobarda, non si sente padano. «Un popolo padano non esiste – dichiara – perché non vedo similitudini tra le popolazioni che si affacciano sul Po. In realtà, siamo il Paese dei mille campanili. Un lombardo è diverso da un romano, ma allo stesso tempo da un veneto».

Conviene il consigliere comunale e assessore provinciale Piero Galparoli (Pdl): «Sicuramente abbiamo una forte identità locale, io stesso mi sento varesino e lombardo. Ma prima di tutto italiano. La Padania è stata un’invenzione di Miglio, ma la storia ci unifica nell’Italia e, infatti, la mie radici sono nel Risorgimento».

s.bartolini

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