L’ex sindaco Fumagalli in aula A Varese è il giorno della verità

VARESE Per Aldo Fumagalli è il giorno della verità: l’ex sindaco di Varese, costretto alle dimissioni nel ottobre del 2005, è chiamato oggi in tribunale a difendersi dalle accuse di peculato e concussione che gli muove il pm Agostino Abate.

Riguardano il disinvolto utilizzo dell’auto blu e di un appartamento del Comune in via Vetta d’Italia, destinato ai profughi e nel quale l’ex primo cittadino volle a tutti i costi piazzare due sue favorite, rumene, ai tempi dunque, (tra ottobre e novembre 2002), cittadine non comunitarie, Nicoletta Ramona Raduly e Adrian Tripon. La concussione riguarda le pressioni esercitate sulla presidente della cooperativa SetteLaghi, Augusta Lena (parte civile nel processo), perché assumesse Emilia Carling, cittadina rumena, Edith Elizabeta Szabo,

cittadina rumena priva di regolare permesso di soggiorno per la quale nel febbraio 2004 l’imputato consegnava a Lena la fotocopia del passaporto; Annamaria Apostu, cittadina rumena priva di regolare permesso di soggiorno della quale ancora Fumagalli consegnava a Augusta Lena nel febbraio 2004 i dati anagrafici, assunzioni non realizzatesi per la mancanza dei presupposti di legge.
Così l’accusa. Difeso dagli avvocati Cesare Cicorella e Giancarlo Beraldo, Fumagalli dovrà giustificare i suoi frequenti in compagnia di giovani ragazze. Tra i testi anche ex assessori, come William Malnati, Alessio Nicoletti e Roberto Puricelli.

s.bartolini

© riproduzione riservata