«La mafia a Varese fa affari» Gli studenti ora dicono basta

GAVIRATE «Si continua a pensare che la mafia sia un fenomeno che riguarda il sud Italia; in realtà in Lombardia ed in provincia di Varese la mafia ha fatto quel che ha voluto».
Il forte grido d’allarme è del sociologo Nando Dalla Chiesa, figlio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso da Cosa Nostra nel 1982, ospite ieri  della scuola media “Carducci” di Gavirate. Con lui a parlare agli studenti c’erano Salvatore Borsellino,

fratello minore del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nel 1992 dalla mafia e Antonella Buonopane, referente varesina dell’associazione antimafia Libera, fondata da don Luigi Ciotti. «In provincia di Varese – ha proseguito Dalla Chiesa – la mafia ha messo le radici e non solo ha aperto pizzerie o costruito case, ma ha anche ucciso, ad esempio a Buguggiate, dove fu rapito e assassinato nel 1974 un ragazzo di appena 17 anni (Emanuele Riboli, ndr)». La nostra provincia è vulnerabile e per combattere la mafia efficacemente bisogna esserne consapevoli. «I mafiosi sono venuti in provincia di Varese non perché mandati al confino, ma per scelta; perché si fanno forti della nostra debolezza» ha osservato il sociologo, che poi ha raccontato ai ragazzi la figura e la battaglia del padre.

Studenti pronti a raccogliere la sfida e a gridare il loro no alla violenza e alla criminalità organizzata. Ragazzi provenienti non solo da Gavirate, ma anche dai paesi limitrofi, che hanno preparato degli enormi striscioni, con cui hanno sfilato sul palco e che sono stati poi appesi sulle pareti dell’Auditorium. Sono stati proiettati dei video, per ricordare nome per nome le vittime delle mafie, ispirati all’insegnamento del grande scrittore e poeta Danilo Dolci, a cui in mattinata è stata dedicata la sala lettura della “Carducci”; gli studenti hanno poi messo in scena anche un piccolo spettacolo teatrale antimafia.

L’apporto dei giovani è fondamentale, come ripeteva sempre Paolo Borsellino. «La mafia è arrivata al nord, in particolare l’ndrangheta, per riciclare il denaro nell’edilizia, arrivando a colonizzare interi paesi come Buccinasco» ha ricordato Salvatore Borsellino, che abita ad Arese e che assomiglia in maniera impressionante al fratello. «Anche qui al Nord si muore di mafia anche se non ci sono morti ammazzati per strada coperti dal lenzuolo» ha sottolineato Borsellino, che è salito sul palco sventolando l’agenda rossa, simbolo della lotta alla mafia. «Nella nostra provincia la mafia c’è e fa affari – ha affermato la Buonopane – per combatterla dobbiamo eliminare le piccole “mafiosità” che ci sono nei nostri comportamenti quotidiani».

b.melazzini

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