Gorla, la storia di Walter Fontana «Io, figlio di un soldato tedesco»

GORLA MINORE Un cittadino gorlese ha scoperto a sessant’anni la vera identità di suo padre: un ufficiale tedesco di stanza a Seveso, che si innamorò di sua madre, una sevesina, durante la guerra. Per Walter Fontana è stato come rinascere e questo sentimento lo ha spinto a scrivere la sua storia, estremamente dolorosa, nel libro “La verità mai svelata, una storia sevesina di guerra”.

Martedì sera all’auditorium di Gorla Minore il suo racconto è stato interpretato dall’attrice Michela Cromi della Compagnia della Corte, suscitando grande commozione. Una storia dove l’amore e la tragedia della guerra si intrecciano, modificando per sempre il destino di chi di quell’amore è il frutto.

Quando Walter Fontana nasce, in Germania, la guerra gli porta via il padre, l’ufficiale tedesco Gaffron, e al bambino viene dato il nome Walter e il cognome della madre, Galimberti. Walter torna con la madre in Italia, a Seveso, dove per ricevere il battesimo il nome viene cambiato da Walter a Angelo Galimberti e viene affidato alle amorevoli cure dei nonni fino all’età di 6 anni.

La madre fu mandata a lavorare all’Opai di Olgiate Olona, perché in quegli anni, per una donna senza marito, crescere un figlio nato dall’amore con un tedesco significava subire e far subire al bambino continue vessazioni.
Solo alcuni anni dopo la madre si sposa con un italiano e si ricongiunge al piccolo Angelo, a cui viene ridato il nome originale, Walter, e stavolta il cognome del padre adottivo, Fontana. Dopo oltre 60 anni, per una serie di fortunati e casuali eventi, il bambino ormai diventato uomo scopre che i parenti in Germania non hanno mai smesso di cercarlo: ma a causa dei suoi diversi cambi di identità, di lui sembrava non esserci più traccia.

La ricerca ha portato a galla la verità della sua vita. Il 27 gennaio scorso, Giorno della Memoria, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Seveso e, in quell’occasione, ha conosciuto anche le anziane zie tedesche che non avevano mai perso la speranza di ritrovarlo.

Martedì, in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile, ha condiviso la sua storia con la città di Gorla Minore, dove risiede da decenni. «È stata una serata emozionante – racconta – Mi sono sempre sentito in imbarazzo nelle celebrazioni del 25 Aprile. Ma oggi sono più leggero e vedo le cose con pacatezza».

E spiega così la sua lunga e singolarissima ricerca delle radici: «Mia madre voleva chiudere tutti i legami con la Germania, anche per questo mi tenne all’oscuro di tutto. Io avrei voluto sapere di mio padre. L’ho conosciuto attraverso le loro corrispondenze: era un soldato, stava dalla parte sbagliata, ma dalle sue parole ho capito che era consapevole dei suoi errori».

Valeria Arini

s.affolti

© riproduzione riservata