Incidente di Lonate, accusato dall’operaio Accarino nega di aver rubato il trattore

LONATE POZZOLO Parla Gennaro Accarino. Parla davanti al gip di Busto Nicoletta Guerrero in sede di interrogatorio di convalida del fermo che lo vede responsabile, secondo il pubblico ministero Pasquale Addesso, di aver rubato in concorso con Jonel Lefter, rumeno di 19 anni, operaio di Accarino, il trattore contro il quale il 3 giugno scorso si è schiantato Stefano Ferrario, 43 anni, di Samarate, pacifista e giornalista di Peacereport, morto poco dopo.

Jonel è stato fermato dalla polizia di Gallarate lunedì: ragazzo semplice e di scarsa cultura, ha dichiarato di aver rubato il trattore a Oleggio insieme a Gennaro Accarino, volto più che noto alle forze dell’ordine. «Il mio assistito – racconta l’avvocato <+nero>Cesare Cicorella<+tondo>, legale di Accarino – ha dichiarato al giudice di non avere nulla a che fare con il furto».

Secondo quanto affermato da Accarino, il trattore fu rubato dal solo rumeno che, dopo l’incidente, l’avrebbe chiamato «molto spaventato – spiega Cicorella – chiedendogli di andare a prenderlo. Tutto qua. Il mio assistito ha solo risposto alla richiesta di aiuto di un suo dipendente».
Sempre stando a quanto dichiarato al gip, Accarino, capito che Jonel era rimasto coinvolto in un incidente avvenuto in via Leonardo da Vinci a Lonate, si era recato sul luogo dello schianto per capire esattamente cosa fosse accaduto. Lì avrebbe visto il trattore fermo sulla strada «e i soccorritori già sul posto che stavano rianimando il ferito», ha detto Cicorella.

Accarino e la sua Smart sono in effetti stati notati nel luogo della tragedia: «Il mio assistito ha raggiunto Lonate per capire con esattezza l’accaduto. È normale che l’abbiano visto lì: del resto non ha mai negato di essersi recato a Lonate».

Lefter però la racconta diversamente: dice che lui e Accarino hanno commesso il furto insieme e da Oleggio stavano tornando verso casa, lui alla guida del trattore, a fari spenti per non essere notato, e davanti la Smart guidata da Accarino. Jonel ha ammesso di aver sentito un colpo all’improvviso e di aver visto la moto di Ferrario volare in aria; preso dal panico, sarebbe salito sulla Smart per fuggire.

L’incidente è stato ripreso dalle telecamere del mobilificio Moro, che ha sede in quella zona; dai fotogrammi, però, risulterebbe molto difficile l’identificazione di Jonel o Accarino. Della Smart del boss di Jonel, però, si ricorderebbero alcuni testimoni.

Entrambi restano in carcere. Per Jonel l’elenco dei capi di imputazione potrebbe arricchirsi dell’accusa di omicidio colposo, essendo sicuramente coinvolto nello schianto fatale a Ferrario.

Simona Carnaghi

s.affolti

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