Occhio ai bollettini Imu In coda per correggere errori

VARESE Arriva la rata dell’Imu, da pagare entro lunedì 17 dicembre, e l’ufficio tributi del Comune va di nuovo in tilt. Niente a che vedere con le chilometriche code che si sono formate per la rata di giugno, ma il viavai resta comunque consistente: alle 10 di lunedì erano già cento i varesini in fila.
Allo stesso orario di martedì si fermavano a sessanta, ma si parla comunque di un numero consistente di persone,

finite allo sportello comunale dedicato quasi sempre per chiarimenti o, addirittura, errori di compilazione nei moduli inviati dagli stessi uffici comunali.
Infatti, se per la prima rata la coda agli uffici si era allungata anche per avere il calcolo della tariffa, questa volta sono stati solo i cittadini con moduli errati o bisognosi di chiarimenti a presentarsi allo sportello di via Sacco.
Come Sara Gillardoni e suo marito, Aristide Boldrin, allo sportello per capire «se è giusto quello che stiamo facendo: abbiamo la comunione dei beni – dice Aristide – ma l’Imu è totalmente a carico mio, anche se la casa è di tutti e due. In più, vogliamo verificare che il calcolo che abbiamo fatto attraverso il sito del Comune sia giusto: ora le tariffe, anche per la prima casa, si sono leggermente alzate».
Palazzo Estense, infatti, ha pensato di alzare le aliquote, anche per la prima casa: dallo 0,4 allo 0,45%. Questa è l’aliquota minima per gli immobili in città: è la stessa anche per chi è proprietario di una casa di edilizia convenzionata, per le case degli anziani o dei disabili ormai residenti altrove, o delle case varesine non affittate di italiani residenti all’estero. Per gli altri, ad esempio le seconde case, l’aliquota è dello 0,83%. Il gettito di giugno, per il Comune di Varese, aveva sfiorato i sedici milioni e mezzo di euro, più delle previsioni. Per dicembre, quindi, ci si aspetta almeno un gettito equivalente, ma solo a fine gennaio sarà possibile avere un quadro preciso di quanto i varesini sono stati disciplinati.
Quelli in fila agli sportelli ieri mattina, intanto, di sicuro vorrebbero essere disciplinati, ma anche sicuri di non pagare più del dovuto. Come Ambrogio Carletti: «Per la seconda rata, la casa dove vive mio padre, proprietà mia al cento per cento, per i conteggi comunali è stata calcolata come divisa a metà con lui. Quindi ci troveremmo a pagare, tra noi e lui, quasi duecento euro, il doppio di quanto realmente dovuto. Sono qui per vedere di sistemare le cose: mia moglie è in cassa integrazione, non è proprio il momento di spendere soldi senza pensarci».
C’è anche chi è in Comune per conto di altri, come Jessica Panzeri, dipendente di uno studio di commercialista in città: «Sono qui per due clienti – racconta – a cui sono arrivati moduli con errori evidenti. A uno è stata calcolata l’aliquota della seconda casa, anche se possiede un solo immobile, ad un altro, invece, l’indicazione riporta che lui e la moglie sono proprietari ciascuno del 75% dell’abitazione».
Insomma, i computer del Comune hanno evidentemente avuto qualche problema nel calcolare con precisione l’Imu dei varesini. Che ora, come dice Anna Bianchi, sono «costretti a perdere una mattinata per errori banali, nonostante le possibilità date dalle tecnologie, come il calcolo dell’aliquota direttamente sul sito web del Comune. Ottima cosa, ma solo in teoria».

s.bartolini

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