Rimborsopoli, nuovi indagati Ci sono pure Cattaneo e Farioli

Varese – Rimborsi al Pirellone, ci sono anche altri consiglieri ed ex consiglieri regionali varesini tra i 37 indagati per peculato nella seconda “tranche” di inviti a comparire emessi dalla Procura di Milano nell’ambito dell’operazione “Mon Cheri”. Partono accuse contro il clima da caccia alle streghe.

«Il reato è fare politica?» si chiede l’ex assessore del Pdl Raffaele Cattaneo. L’inchiesta sui rimborsi sale a 62 indagati, e colpisce quasi tutti i consiglieri di maggioranza (Lega e Pdl) dell’attuale e della passata legislatura regionale. Dopo Massimo Buscemi, Paolo Valentini, Luciana Ruffinelli e Cesare Bossetti, tra i varesini viene confermata la presenza di Renzo Bossi tra gli indagati. Al Trota vengono contestati rimborsi per 22mila euro di snack, materiale informatico, cocktail e un libro.

Hanno ricevuto ieri l’invito a comparire dalla Guardia di Finanza anche l’altro leghista Giangiacomo Longoni e i pidiellini Raffaele Cattaneo, Rienzo Azzi e Giorgio Puricelli. Quest’ultimo si dice sereno: «Chiarirò tutto. Si tratta di spese effettuate nell’espletamento del mandato». Azzi la prende con filosofia: «Se c’è bisogno di approfondire, ben venga il controllo sulle spese di tutti».

Raffaele Cattaneo si affida a Twitter per smontare l’indagine: «Forse il reato è fare politica». Stavolta l’occhio degli inquirenti tocca anche la legislatura 2005-2010. Così finisce nella ragnatela persino il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, che trascorse in Consiglio regionale appena cinque mesi. A Farioli vengono contestate tre cene per un totale di 900 euro di rimborsi. «Sono abbastanza indispettito, non capisco quale sia il presunto reato

p.rossetti

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