Un libro ricorda Moreno Martire del volo a Malpensa

VARESE – Un libro da distribuire nelle scuole per ricordare che anche lo sviluppo tecnologico ha i suoi martiri. Hanno dato la vita per il progresso umano, e uno di questi è stato il capitano d’artiglieria Gustavo Moreno, morto cento anni fa durante un volo di addestramento con il suo monoplano Nieuport, il primo aeroplano costruito a Varese. E lui fu la prima vittima del volo a Malpensa.

Si intitola «Cronache dell’ultimo decollo» il volume curato da Roberto Azzalin e Marcello Tronconi, pubblicato dall’Associazione Arma aeronautica di Gallarate in occasione del centenario della morte del pilota, oggi sepolto a Somma Lombardo. «I piloti come Gustavo Moreno sono stati veri e propri pionieri – ha detto il vicepresidente della Provincia, Luca Marsico – hanno sperimentato il volo, la novità della loro epoca, permettendo anche alla nostra provincia di sviluppare l’industria aeronautica, diventando la provincia con le ali».

Nel volumetto, che verrà distribuito agli studenti delle scuole superiori, sono stati raccolti documenti e testimonianze, oltre ad articoli di giornale dell’epoca che raccontano l’avventura e lo schianto di Gustavo Moreno sul campo di esercitazione di Cascina Malpensa, l’embrione dell’hub internazionale di oggi.

«I velivoli di Moreno e dei suoi compagni erano fatti di legno e di tela – racconta il colonnello Michele Ciorra, presidente dell’Associazione Arma Aeronautica – le ali venivano tessute dalle donne dei dintorni di Malpensa, mentre gli abitacoli venivano scavati dai maestri d’ascia liguri, chiamati a Malpensa proprio per costruire queste nuove macchine. I motori erano simili a quelli di uno scooter di oggi: quello del Nieuport di Moreno aveva una potenza di cinquanta cavalli, ed era modificato: l’originale era solo di venti».

Così, per il capitano Moreno, una folata di vento al momento sbagliato bastò a fargli perdere il controllo del suo monoplano, trasformandolo nel primo martire del volo.
C. Fra.

b.melazzini

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