«A 93 anni coda per il cud Pago… per poter pagare»

Lettere al direttore: quanto può essere complicato per un uomo di una certa età recarsi in posta per sbrigare le proprie faccende? Più di quanto immaginate

Caro direttore,
è difficile vedere mio padre arrabbiato, a 93 anni e mezzo lo accompagna una conquistata serenità di fondo, una visione filosofica della vita e delle molte assurdità che la punteggiano ormai quotidianamente. Lunedì mattino però, papà Franco è tornato furibondo a casa dalle Poste centrali, dove era andato a ritirare il modulo del Cud.
«Non c’è uno sportello apposito, si deve prendere il numero e aspettare, alla mia età sono stato in piedi quasi mezz’ora

– nessuno mi ha fatto passare avanti – poi, una volta arrivato il mio turno, ecco un bel modulo da compilare, ma avevo dimenticato gli occhiali, per fortuna l’impiegata mi ha dato una mano. Dopo aver presentato carta d’identità e codice fiscale, ho dovuto fare tre firme e sborsare 3,95 euro, non 3 o 3,50 magari, per facilitare il resto», mi ha spiegato.
«L’anno scorso c’era un ufficio in piazza Repubblica, nell’edificio delle Corti, si mostrava il codice fiscale e in un attimo avevi il Cud, gratis. Il nostro Paese è fantastico nel chiedere balzelli, pagare per poter pagare». È la solita storia all’italiana, del complicare ciò che è semplice, penalizzando le fasce più deboli, gli anziani, che non hanno possibilità di accedere a internet per farsi spedire il modulo, e spesso nemmeno una persona da delegare (con mostra di scartoffie regolamentari di chi non può andare in Posta a far la coda).
«Io sono fortunato che ancora cammino e leggo bene, ma ci sono anziani molto più malmessi che di fronte a un modulo da compilare vanno nel panico e non sempre dall’altra parte c’è un impiegato gentile. E poi non tutti a una certa età si possono fare mezz’ora di coda in piedi», ha concluso mio padre. Penso non servano altri commenti.