Moria di alberi L’UE minaccia l’Italia

Ultima chiamata per regione Lombardia e ministero dell’Ambiente dalla Commissione europea a tutela della Brughiera del Dosso, 200 ettari tra Somma Lombardo e Vizzola Ticino di proprietà dell’imprenditore milanese , in pieno Parco del Ticino.

Se entro due mesi le istituzioni italiane non forniranno segnali concreti a favore della salvaguardia di quest’area, riconosciuta di pregio ambientale, riducendo l’impatto degli aerei in decollo da Malpensa, potrebbe aprirsi un procedimento presso la Corte europea di Giustizia.

Il “caso” della Cascina Tre Pini torna alla ribalta. Dopo due gradi di giudizio e oltre 100mila alberi morti, Sea, gestore aeroportuale e il ministero dei Trasporti in solido sono stati condannati al risarcimento dei danni (5 milioni di euro in primo grado, 8 milioni in Appello). Tra qualche settimana potrebbe esserci la sentenza della Corte di Cassazione, ma intanto è il fronte europeo che torna ad aprirsi: già nel 2012 la Commissione Europea aveva messo in mora lo Stato italiano «per non aver adottato le opportune misure per evitare il degrado e per la conservazione di un territorio compreso nel Parco del Ticino, Sito di interesse comunitario».

Da allora, indica Bruxelles, «anche se l’Italia ha presentato un progetto di piano di gestione per il sito, non sono stati adottati né piani né misure per rafforzare lo stato di protezione dell’area». Inoltre, la Commissione Ue si dichiara «non convinta che le misure suggerite nel progetto di piano siano idonee a risolvere alla radice i problemi in essere, in particolare le emissioni atmosferiche provenienti dal vicino aeroporto di Malpensa».

E’ stato, infatti, stabilito che la causa del degrado ambientale della Brughiera del Dosso, che ha portato nel tempo alla morte di oltre 100mila alberi, sono gli idrocarburi non completamente combusti sparsi dagli aerei soprattutto in fase di decollo.

«Sono particolarmente lieto per questa iniziativa della Commissione Europea», afferma il dottor Quintavalle, «perché premia uno sforzo di oltre 15 anni fatto in totale solitudine contro Enti ed Istituzioni che avrebbero dovuto, prima ancora del sottoscritto, avere a cuore la sopravvivenza di un’area straordinaria dal punto di vista ambientale come quella del Parco del Ticino». «La lettera di Bruxelles e prima ancora la sentenza del Lussemburgo sono il risultato dell’eccezionale lavoro dell’avvocato Elisabetta Cicigoi e confermano, per fortuna, la sensibilità delle istituzioni europee verso i problemi dell’ambiente, una sensibilità che purtroppo, almeno in questa annosa vicenda, non c’è stata da parte delle autorità italiane, da me sollecitate invano per anni», chiude Umberto Quintavalle.

© riproduzione riservata