A Varese tira aria di spaccatura L’Ncd finirà fuori dalla giunta?

La “resa dei conti” nel centrodestra inizierà dopo le elezioni della nuova Provincia.

E avrà come teatro dello scontro in atto nella coaliazione le maggioranze di Varese e Busto Arsizio.

E soprattutto a Varese sarà interessante vedere gli sviluppi della spaccatura tra il Nuovo Centrodestra, che ha scelto per le Provinciali di correre con il centrosinistra, e il resto della coalizione di governo che vede Lega Nord e Forza Italia.

Se i diretti interessati, ovvero gli esponenti di Ncd, guidati a livello cittadino dal segretario e dal capogruppo , hanno assicurato che non intendono uscire dalla maggioranza, il problema è la possibilità di una “ritorsione” da parte degli alleati.

La voce che, subito dopo il voto, le segreterie del Carroccio e dei forzisti si riuniranno per decidere se mettere fuori dalla maggioranza il partito di Alfano si fa sempre più insistente.

A fare pressione in questo senso sarebbero proprio i vertici provinciali di Forza Italia, che non hanno gradito la scelta di campo di Ncd a livello provinciale. E naturalmente apre una fase politica molto delicata nel centrodestra varesino. Ad oggi, infatti, in consiglio comunale il numero di esponenti che garantiscono supporto alla giunta è di 19 eletti, a cui si aggiunge il sindaco, arrivando quindi a venti.

Mentre l’opposizione è di tredici membri, dai quali tuttavia i due consiglieri comunali dell’Udc, che hanno fatto parte della maggioranza nel precedente mandato, si smarcano più volte, scegliendo spesso una linea politica che diverge da quella del resto dell’opposizione. La stessa linea che adotta anche il Movimento 5 Stelle, che vota a seconda dei provvedimenti, dopo un confronto interno.

E proprio sull’Udc la giunta Fontana farebbe affidamento, se dovesse passare la linea di distacco dal Nuovo centrodestra.

Quest’ultimo conta quattro esponenti in consiglio comunale: gli stessi Chiodi e Giampaolo, appunto, più e . Se la giunta perdesse il loro apporto, i numeri in consiglio andrebbero a vantaggio dell’opposizione: si finirebbe con sedici voti a favore dell’amministrazione e diciassette dell’opposizione.

Quindi, se dovesse concretizzarsi il progetto di estromettere Ncd dalla maggioranza di governo, bisognerebbe ricercare un apporto esterno. E questo potrebbe arrivare, a determinate condizioni, dall’Udc. Con i suoi due voti, quello del capogruppo e dell’ex candidato sindaco , il partito di centro riporterebbe l’ago della bilancia a favore dell’amministrazione, anche se con un margine più ridotto. A quel punto i voti sui quali la giunta potrebbe fare affidamento sarebbero diciotto, contro i quindici dell’opposizione.

Un margine più ristretto, in ogni caso gestibile. Il problema sarebbe convincere l’Udc.

Se a livello provinciale il partito ha sempre fatto parte del centrodestra (il segretario regionale è stato assessore provinciale nella giunta Galli fino al 2013), nel capoluogo i centristi avevano subito la “fatwa” del Carroccio, finendo fuori dalla coalizione. Se ora avranno bisogno del loro supporto, sarà dura per Fontana e i suoi assessori riguadagnarsi la loro fiducia.

© riproduzione riservata