All’asta il futuro della Quiete e dei lavoratori

La clinica - In vendita insieme alla struttura l’ampio parco che la circonda. I dipendenti restano in attesa

– Per la clinica La Quiete, oggi potrebbe essere il giorno alle verità. La clinica è infatti una delle 32 proprietà immobiliari ammessa all’asta fallimentare bandita per oggi davanti al giudice Mito Santangelo, presidente di sezione. Una vendita non all’incanto comprensiva dell’ampio parco che circonda la struttura di cura varesina, considerata un’eccellenza sanitaria in città. La base d’asta è di circa 13 milioni di euro (il valore della proprietà immobiliare è stimato in circa 17 milioni di euro) con ribasso di un quarto: si parte quindi da circa 9 milioni di euro.

Oggi potrebbe essere il giorno della verità anche per i circa 200 dipendenti del presidio sanitario che da quattro mesi non ricevono più lo stipendio e vivono nella più assoluta incertezza. Oggi, a partire dalla tarda mattinata e nel primo pomeriggio, in concomitanza con lo svolgimento dell’asta, lavoratori e sindacalista saranno in presidio davanti al tribunale di Varese in piazza Cacciatori delle Alpi facendo volantinaggio al fine di sensibilizzare l’intera città sulla necessità di intervenire per salvare il destino della clinica. « Si è arrivati a questo punto grazie ad una gestione scriteriata, da parte del Gruppo Sant’Alessandro di Frosinone, assente ai limiti della latitanza, inconcludente e priva di qualunque progettualità e piano di investimento, nonché irrispettosa degli sforzi che i dipendenti e tutti coloro che collaborano con la Clinica, hanno fin qui profuso per continuare ad erogare delle ottime prestazioni, incurante dei loro diritti di lavoratori e di persone. I lavoratori hanno la consapevolezza che serva un intervento deciso e risolutivo, che permetta alla clinica di cambiare pagina e continuare la propria attività», si legge nel comunicato che annuncia l’iniziativa firmato da tutte le sigle sindacali coinvolte. Questa, per la clinica La Quiete, è la “seconda volta” in meno di 10 anni (dal 2009) ad essere sul baratro della chiusura dopo un passato impeccabile nell’ambito sanitario cittadino. La speranza è che l’asta non vada deserta. Precisando però che la mera offerta non dà automatico diritto all’acquista del bene con «piena facoltà del giudice delegato di dar luogo o meno alla vendita, anche in caso di un unico offerente». E mai come oggi Varese chiama la politica con appelli al governatore Roberto Maroni e al sindaco Davide Galimberti ad intervenire per garantire un futuro stabile alla clinica.