Ancora un dipendente trasferito Tribunale di Busto al collasso

Ennesimo dipendente del tribunale di Busto Arsizio trasferito ad altra sede: dura presa di posizione del presidente .

«Dobbiamo comunicare alla popolazione del circondario e agli ordini degli avvocati del distretto la nostra impossibilità di garantire l’ordinario svolgimento dell’attività – scrive il presidente del tribunale di Busto Arsizio in una nota ufficiale – E la necessità di un’ulteriore riduzione degli orari di apertura delle cancellerie, come peraltro accaduto in altri tribunali con scopertura inferiore». D’Avossa invoca «ogni possibile ed opportuna iniziativa delle rappresentanze politiche locali», per arginare il problema.

Alle rappresentanze politiche si rivolgerà anche l’Ordine degli avvocati di Busto Arsizio presieduto da : «Proporrò al consiglio di produrre un documento all’interno del quale ribadiremo l’insostenibilità della situazione – spiega Picco Bellazzi – Lo divulgheremo a mezzo stampa e lo invieremo al ministero di Giustizia. Ci rivolgeremo, inoltre, a tutti i parlamentari del nostro territorio ed eletti da questo territorio affinché facciano tutto quanto possibile per sostenere il nostro tribunale. Potremmo coinvolgere anche Varese».

Nella nota di D’Avossa si prospetta di fatto un futuro estremamente difficile per un tribunale “allargato” con le recenti riforme, con carichi di lavoro pesantissimi per un personale insufficiente. «Evidenzio che la risposta positiva all’interpello da parte di un amministrativo addetto al tribunale di Busto Arsizio sarà una costante nel prossimo futuro – scrive D’Avossa – Atteso che tutti gli amministrativi tenderanno a sfuggire a ritmi di lavoro imposti nel tribunale dalla rilevantissima e notoria scopertura in organico».

In merito all’interpello si concentra anche l’intervento di Picco Bellazzi: «È la norma, varata anni fa, ad essere errata – dice il presidente del foro bustocco – L’interpello consente a un amministrativo trentino di fare un concorso a Lampedusa salvo poi chiedere il trasferimento a Bolzano per tornare a casa. Questo è l’interpello che credo dovrebbe avere delle limitazioni».

Per Picco Bellazzi il trasferimento dovrebbe essere concesso previa verifiche delle condizioni: «Se il trasferimento non comporta scopertura in organico dovrebbe essere concesso. Se il trasferimento va a peggiorare una situazione di evidente disagio, no».

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