Antonio Faraci conosceva l’assassino?

Nessun segno di scasso. Porte e finestre intatte. Antonio Faraci conosceva il suo assassino? Gli ha aperto la porta? Gli inquirenti stanno vagliando anche questa ipotesi. Per scovare chi sabato sera ha massacrato il pensionato di 72 anni, niente è lasciato al caso.

Se è vero, come hanno testimoniato i familiari dell’uomo, che sia Faraci che la moglie erano usi non chiudere a chiave la porta della loro abitazione e lasciare le finestre aperte con il caldo – e sabato pomeriggio faceva caldo – è altrettanto vero che quella che, ufficialmente, è una rapina finita male presenta diverse anomalie.

Porte e finestre potevano anche essere state lasciate aperte, ma nessuno ha notato uno o più uomini, scavalcare la cancellata che circonda la villetta di via Briante dove Faraci viveva.

Non solo, secondo indiscrezioni, la casa era stata messa a soqquadro, ma il disordine pareva perfetto. Molto curato. Quasi si trattasse di una messa in scena.

E poi c’è il giallo dei soldi spariti. La cifra non è nota, ma parliamo di qualche centinaia di euro. Non si superano i cinque mila. Non è una cifra da capo giro, insomma. E i soldi, a quanto pare, erano molto ben nascosti. Sistemati, insomma, in un nascondiglio che difficilmente persino un ladro molto esperto avrebbe potuto individuare. Quindi il ladro (o i ladri) o è stato fortunatissimo andando a frugare in un luogo impensabile, oppure i malvivente sapeva dove cercare. O quanto meno sapeva che quei soldi erano da qualche parte in casa.

Il passo successivo è quello di verificare la presenza di estranei nell’abitazione. Faraci, seppur invalido dopo l’ictus, non aveva una badante. La famiglia badava a lui. Non aveva un’infermiera. La famiglia non si avvaleva dei servizi di una colf. Nessuna donna delle pulizie. E da almeno due anni, ma anche di più, in casa non erano stati eseguiti lavori. Nessun muratore, nessun operaio. In pratica nessun estraneo che avrebbe potuto fiutare la presenza di denaro in casa, di poter intuire che vi fosse un nascondiglio.

L’eventuale informazione sul denaro e sul suo nascondiglio sarebbe potuta venire soltanto da qualcuno di vicino a Faraci. Da qualcuno di cui sia lui che la moglie si fidavano.

La causa della morte dell’uomo sarebbero i colpi, violentissimi, inferti dall’assassino con una statuetta. Sul corpo ci sarebbero anche tre ferite da arma da taglio. Tre ferite sul torace. Tre ferite non compatibili con cacciavite o altri arnesi da scasso.

È vero che il ladro potrebbe averlo picchiato in cerca di una cassaforte. Ma non parliamo di una maxi villa dove una cassaforte potrebbe custodire un tesoro. Parliamo di una casa normale. Malmenato da chi sapeva che c’erano dei soldi da trovare? È da dove sarebbe arrivata l’informazione?

Infine un ultimo dubbio. Se Faraci conosceva, come è plausibile, il proprio assassino è stato ucciso per questo? Faraci è stato ammazzato perché conosceva il killer e lo avrebbe accusato con fermezza?

Nelle prossime ore sarà affidato l’incarico per l’autopsia. Intanto i militari stanno ascoltando vicini e familiari.

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