Apre il “Centro monsignor Macchi” Sul Sacro Monte brilla un nuovo gioiello

Troverà spazio al la Prima Cappella del Sacro Monte, all’interno dell’edificio conosciuto come “La Samaritana”, recentemente riqualificato dalla “Fondazione Paolo VI”.

Una straordinaria eredità spirituale e secolare lasciata virtualmente in dono da monsignor Macchi ai concittadini di Varese e al mondo intero, in uno spazio permanente dove si potrà apprezzare lo spessore e la portata dell’opera del varesino che fu segretario di papa Paolo VI, poi arciprete di Santa Maria del Monte e arcivescovo di Loreto, nonché fondatore della “Fondazione Paolo VI” e suo instancabile presidente fino alla morte.

Come avrebbe voluto lui

Un busto in bronzo del Monsignore, appena realizzato, accoglie i visitatori all’ingresso del cortile dell’edificio ex albergo Samaritana.

Il piano terra è destinato all’accoglienza dei pellegrini e dei visitatori, con servizi pensati anche per le esigenze di stranieri e disabili, oltre ad uno spazio per conferenze e riunioni.

Il primo e il secondo piano ospitano il percorso museale, mentre nel sottotetto c’è un piccolo alloggio per il personale; nel seminterrato sono stati collocati i nuovi impianti a servizio dell’intero edificio.

La “Fondazione Paolo VI” ha acquisito l’immobile affidando allo studio dell’ architetto Arricobene il restauro completo dei quattro piani. Rispettando, in quanto erede universale di monsignor Macchi, le precise disposizioni testamentarie inerenti «la promozione e l’attuazione di ogni e qualsiasi iniziativa tendente – sia direttamente che indirettamente – alla valorizzazione religiosa, spirituale, umana, morale, artistica, culturale e sociale del Sacro Monte di Varese».

L’esposizione, organizzata cronolgicamente secondo le fasi dell’ attività pastorale di monsignor Macchi, ha un eccezionale valore storico-artistico e religioso: oltre 300 tra dipinti, sculture, medaglie, oggetti liturgici, stampe, solo parzialmente esposti, molti libri antichi e oggetti sacri e paramenti appartenuti a papa Paolo VI, e che la prossima beatificazione renderà reliquie ancora più preziose. Si potrà ammirare opere databili dal XV al XX secolo suddivise secondo temi e artisti. Una sezione è stata dedicata ai maggiori artisti legati a Macchi e a papa Montini, alcuni sono protagonisti dell’arte italiana del Novecento.

Molte le dediche sincere, e attestazioni di stima, che accompagnano alcune opere donate personalmente dagli autori, a conferma di legami che vanno ben oltre una superficiale riconoscenza per le azioni di mecenatismo del fedele segretario di papa Paolo VI.

Il percorso si arricchisce

Il Centro espositivo che aprirà i battenti domani arricchisce di un nuovo gioiello il percorso storico e devozionale del Sacro Monte, accompagnandosi alle altre grandi opere volute da monsignor Macchi: la “Fuga in Egitto di Guttuso” alla Terza Cappella; il “Paolo VI” bronzeo di Bodini antistante il Santuario; la grande vetrata di Longaretti per la Chiesa dell’Annunciata accanto al Monastero delle Romite; la mostra mariana permanente del “Museo Baroffio” e del Santuario, con una sessantina di opere di noti artisti del Novecento, donate da Macchi a seguito dell’ultimo restauro globale del Museo.n

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