Assenteismo da malattia Busto peggio di Napoli

Raccolta rifiuti Agesp, da un anno all’altro raddoppiano le ore di malattia del personale: a Busto Arsizio c’è più assenteismo che a Napoli.

«C’è qualcosa che non funziona» denuncia il presidente del Consiglio comunale , che ha voluto sollevare in aula il “caso” delle 30mila ore di straordinari del 2013, che sono servite a compensare ben 20mila ore di malattia accumulate nel corso dell’anno dai dipendenti del settore igiene ambientale di Agesp Spa.

Una cifra considerevole, anche perché è quasi il doppio rispetto alle 11mila ore di malattia registrate nel 2012. L’assessore al personale Mario Cislaghi, sulla scorta di quanto già messo nero su bianco nella relazione del bilancio consolidato 2013 di Agesp Spa dall’amministratore unico , parla apertamente di «assenteismo». Anche se «le 20mila ore di malattie sono tutte certificate».

Eppure, sottolinea Cislaghi, visto quanto «incidono pesantemente» sull’operatività aziendale, per l’anno in corso si sta cercando di mettere in atto «controlli più serrati» per frenare questo fenomeno. Per percepirne l’impatto, possiamo fare dei raffronti con altre realtà, solitamente messe all’indice per i fenomeni di assenteismo del personale. Persino all’Asia di Napoli, la società di raccolta dei rifiuti nella città che pochi anni fa fece il giro del mondo per la “monnezza” nelle strade, il tasso di malattia del personale è più basso che a Busto Arsizio.

Nel 2012, ultimo dato disponibile dai bilanci Asia, a Napoli hanno registrato 226mila ore perse per malattia su 2200 dipendenti dell’azienda, vale a dire una media di 102 ore a testa. In Agesp invece nel 2013 sono state registrate 20mila ore perse per malattia su un organico effettivo di 133 dipendenti del settore igiene ambientale: fanno 150 ore a testa. Va detto però che Agesp non raggiunge il picco negativo dell’Ama, a Roma, dove il tasso di assenteismo del personale è pari al 16%: il boom di malattie registrate nel 2013 a Busto non arriva invece al 10% delle ore lavorate.

La conseguenza di questa situazione è che Agesp nel 2013 ha dovuto ricorrere a 30mila ore di straordinari per poter garantire il servizio di raccolta rifiuti in città e nei Comuni limitrofi serviti.

L’organico del settore igiene ambientale infatti, stando a quanto detto in Consiglio dall’assessore Cislaghi, «risulta congruo». Anche se la percentuale di «inidoneità, tra parziali e totali» a svolgere il servizio di raccolta arriva addirittura al 37%: più di un addetto su tre non è più in grado di svolgere la mansione per cui era stato assunto. Ecco perché Cornacchia (Pdl), che ha scoperchiato il caso, ribadisce: «C’è qualcosa che non va. Gli obiettivi dell’atto di indirizzo per il riordino delle partecipate vanno messi in pratica, non basta ridurre i posti nei Cda».

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