Autolaghi, la prima autostrada Una mostra adesso racconta l’A8

La Milano-Varese è stata la prima autostrada del mondo. I suoi 42 chilometri furono ultimati in 500 giorni dall’ingegnere Piero Puricelli, conte di Lomnago, progettista e costruttore d’opera.

Un record di velocità a quei tempi. Fu il duce a sfidare Puricelli: gli chiese di metterci meno del tempo impiegato per l’autodromo di Monza (10 chilometri in 110 giorni).

Ma la costruzione dell’autostrada Milano-Varese è un record di velocità anche oggi. Pensiamo alla Pedemontana, di cui si attende ancora collegamento A8-A9 e il primo lotto della tangenziale. Oppure al cantiere infinito dell’Arcisate-Stabio la cui conclusione andrà oltre l’Expo. Forse sono proprio le tempistiche attuali delle maxi opere a rendere ancora più affascinante la vita di Piero Puricelli, figura a cui è stata inaugurata una mostra nel museo nelle scuderie di villa Puricelli a Bodio Lomnago.

Lì si possono ammirare modellini, cartine e foto dell’epoca, compresa quella in cui si vede Vittorio Emanuele Re d’Italia percorrere per primo l’autostrada. Era il 21 settembre 1924.

E così il prossimo 21 settembre, a 90 anni da quel giorno, l’esposizione su Puricelli – curata da Appenzeller Museum – si trasferirà a Varese. E sarà solo uno dei tanti eventi per festeggiare la ricorrenza.

Il compleanno dell’autostrada sarà infatti festeggiato da Milano a Varese. Tutto nel corso di una manifestazione – di cui è partner Autostrade per l’Italia – organizzata dal Club auto moto storiche Varese, dal Club milanese autoveicoli d’epoca e da altre associazioni e club (tra cui il Veteran car club Como, il Club Gallarate auto moto storiche, il Club ruote storiche lainatesi, il Club ariel moto d’epoca Saronno e il Club chiapparini di Legnano).

L’evento clou delle celebrazioni è una passerella di auto e moto degli anni ’20, ’30 e ’40 che sfileranno sull’autostrada parendo da Milano e arrivando a Varese per radunarsi intorno a mezzogiorno in piazza Monte Grappa. I veicoli riporteranno l’atmosfera al 1923, quando in Italia circolavano 57mila auto, 25mila autocarri e 2685 autobus.

La nostra autostrada costò 90 milioni di lire, dieci in più del preventivo. Aveva due sole corsie e, nei calcoli di utilizzo, si era ipotizzato un transito giornaliero di mille auto. La cifra venne raggiunta dopo un paio d’anni e raddoppiata a metà degli anni Trenta. Nel 1926 si contarono 421.406 passaggi di veicoli, con una media giornaliera di 1.115 unità. Interessanti anche i dati relativi al pedaggio: fino al 1946 i casellanti avevano l’obbligo di vestire la divisa aziendale e di salutare militarmente ogni veicolo. Nel 1925 il pedaggio della tratta Milano-Varese costava 9 lire per le moto, 12 lire per veicoli fino a 17 cavalli, 17 lire per i veicoli tra 17 e 26 cavalli, 20 lire per veicoli oltre 26 cavalli e da 40 a 60 lire per autobus a secondo della lunghezza. Uno sconto del 20 per cento veniva praticato per il biglietto di andata e ritorno.

Fu costruita a km0: buona parte del materiale da costruzione proveniva dalla cave Puricelli in Valceresio. Occorsero 120 mila metri cubi di pietrisco, 62 mila di sabbia, 125 mila metri cubi di ghiaia e 500 mila quintali di cemento.

Nel tempo c’è stato chi ha provato a mettere in discussione che la nostra autostrada fosse la prima del mondo, ma senza riuscirci. In Germania, per esempio, ritengono che l’Avus di Berlino – inaugurata nel 1921 – detenga il primato. Ma non è così dal momento che l’Avus era utilizzata per testare le auto e non per la circolazione comune dei mezzi.

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