«Basta dire “mi picchia e mi vuol bene”»

Insegnanti delle scuole cittadine in prima fila contro la violenza sulle donne: iniziative degli studenti. Monteduro (liceo Candiani): «Indignazione non solo per i “mostri”, ma anche per i tanti “serpentelli”»

– Violenza sulle donne, problema culturale da non sottovalutare. «Sento ragazze che dicono del fidanzato: “Lui mi picchia, ma perché mi vuole bene”». Succede ancora oggi, nel 2015. A confessarlo, nella conferenza stampa di presentazione del programma di iniziative per la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, è la professoressa , preside degli istituti superiori Olga Fiorini e liceo Pantani di Busto Arsizio. Perché i casi di violenza sulle donne rappresentano quella che il sindaco definisce «la punta dell’iceberg di un atteggiamento culturale che fortunatamente è cambiato molto, ma su cui forse non c’è ancora stata sufficiente riflessione».

Anche quando non si arriva ai casi estremi, il fenomeno non va sottovalutato. «Purtroppo capita anche a me di sentire ragazze che dicono del fidanzato “lui mi picchia, ma perché mi vuole bene” – racconta Anna Longo, dall’alto della sua lunga esperienza a contatto con i ragazzi delle scuole superiori – Segno di come sia radicata l’idea di percepire l’amore come sottomissione violenta. Ecco perché, di fronte a queste recrudescenze nei giovani, occorre investire nell’educazione

delle generazioni che stanno crescendo». Anche , dirigente scolastico del liceo artistico Candiani, ricorda che «è giusto indignarsi di fronte ai “mostri”, i casi di violenza e femminicidio, ma bisogna stare attenti anche ai “serpentelli”, a quelle piccole discriminazioni ed espressioni infelici che accadono anche nel quotidiano, alimentando nelle donne forme di violenza psichica, morale ed emotiva altrettanto preoccupanti quali quelle fisiche». E l’esempio che fa Monteduro sono le «quattro lesbiche» con cui il presidente della Lega Calcio Dilettanti aveva apostrofato le proteste del mondo del calcio femminile. Il problema, come sintetizza , presidente dei Soci Coop, è che «mentre si registra una drastica riduzione degli omicidi in generale, il numero dei femminicidi è stabile. In Italia una donna ogni due giorni viene uccisa. Ecco perché occorre fare sensibilizzazione, per un’energica battaglia culturale».

Così a Busto Arsizio il calendario di eventi in programma per la giornata del 25 novembre è molto ricco. A partire da questa sera alle 18, con un’iniziativa organizzata dall’associazione antiviolenza Eva Onlus: alla galleria Boragno la presentazione del libro “L’ascolto dei soggetti vulnerabili” di , operatrice di Polizia nella sezione omicidi, reati contro la persona e in danno di minori, che riassume le sue esperienze in questo settore con gli interventi di esponenti della polizia giudiziaria, magistrati e professionisti. Domani alle 18.30, nell’aula magna del liceo Candiani, inaugura la mostra fotografica “Guardami” realizzata dalle classi terze dell’indirizzo audiovisivo-multimediale (aperta fino al 13 dicembre). Sabato pomeriggio alle 16 in via Milano tre classi del liceo coreutico realizzeranno un flash mob con coreografie ad hoc curate dall’insegnante . Il 17 dicembre infine al teatro Manzoni lo spettacolo di teatro civile “Barbablu 2.0”.