Benvenuti nella giungla di San Carlo

Chiesa, condomini, asilo e il Molina: trovare parcheggio qui può trasformarsi in una vera odissea. La fantasia prende il sopravvento e certi cartelli non aiutano. Perché tutti snobbano l’ex campetto?

– Sosta selvaggia a San Carlo? Questione di spazi e menefreghismo delle regole, ma anche di interpretazione dei cartelli. La conclusione arriva dopo un pomeriggio passato a osservare, chiedere e annotare presso la chiesa di viale Borri e i suoi dintorni, frequentati e trafficati come fossero il centro del mondo.
A loro modo un po’ lo sono: ad attirare non c’è solo il culto consacrato al santo arcivescovo milanese, ma anche innumerevoli condomini, un asilo e la casa di riposo del Molina.

/>Dove parcheggiano le loro macchine cotanti visitatori? Semplice: un po’ dove capita, preferibilmente nei pressi della chiesa. Il piccolo piazzale che si apre davanti a essa conterrà una ventina di posteggi, perennemente occupati a ogni ora del giorno.
I problemi si creano soprattutto durante le funzioni del fine settimana, quando si crea un’inevitabile congestione tra le esigenze dei fedeli e quelle di tutti gli altri. La parrocchia è corsa ai ripari: non bastando i classici e tondeggianti cartelli di divieto di sosta piazzati qui e là, l’area di fronte all’edificio religioso e quella al suo fianco è stata tappezzata di ulteriori prescrizioni stampate al computer. Il cui contenuto in qualche modo si contraddice: alcune riportano l’obbligo di lasciare i parcheggi liberi ad appannaggio dei frequentatori delle messe, con tanto di indicazione oraria festiva e prefestiva; altre – poste nel piazzale – contengono lo stesso messaggio ma senza alcuna precisazione di tempo, lasciando trasparire l’intento di un’interdizione permanente.