Blitz di Striscia la Notizia al Pronto Soccorso di Varese

Max Laudadio tra pazienti e infermieri per documentare le difficoltà della struttura. Il dg Bravi: «Noi come il resto d’Italia»

, noto inviato di Striscia la Notizia, ha fatto un blitz, nella giornata di ieri, all’ospedale di Circolo.
Nel mirino delle videocamere del reporter satirico, la questione del Pronto Soccorso varesino, balzato in queste settimane agli onori delle cronache per l’iper afflusso di pazienti, alcuni dei quali hanno dovuto attendere un posto letto nei reparti di riferimento posizionati su barelle nei corridoi del reparto.
Laudadio dopo aver compiuto un blitz nel reparto, dove non ha mancato di scambiare due parole con i pazienti in attesa e alcuni degli infermieri di turno, ha intervistato il direttore generale, .
In realtà, ieri la situazione del Pronto Soccorso non era di certo paragonabile a quella vissuta nel fine settimana appena trascorso e nelle scorse settimane.

Bravi davanti alle videocamere ha riconosciuto le difficoltà con cui si devono spesso confrontare gli operatori del Pronto Soccorso, soprattutto in questo periodo dell’anno. Il fenomeno del sovraffollamento periodico delle strutture d’emergenza rappresenta del resto un fenomeno ben noto in tutto il territorio nazionale.
«Ci sono situazioni analoghe o peggiori anche in altri Pronto Soccorsi della Lombardia e dell’Italia – precisa , referente Fials – Certo anche quello di Varese è spesso sotto stress,

ma va anche considerato che è l’unico Pronto Soccorso nel nord della Provincia, è centro traumatologico di riferimento per tutto il Varesotto ed è ospedale di alta specializzazione che ha specialità che altri ospedali non hanno». Il Pronto Soccorso del Circolo, infatti, serve per il 40% cittadini di Varese e per il 60% pazienti provenienti da altri distretti.
Secondo Tucci, il problema varesino risiede nella riduzione di posti letto nei vari reparti avvenuta nel corso degli ultimi anni.
«Questo è il frutto dei tagli compiuti dalla politica regionale. Di fatto, le soluzioni messe in campo sino ad ora per far fronte all’emergenza dall’azienda ospedaliera sono state soluzioni tampone. In momenti di inevitabile iper afflusso a causa del virus influenzale, il Pronto Soccorso va in tilt e, in queste situazioni, garantire la privacy dei pazienti è pressoché utopia».

Per quanto riguarda l’astanteria, quella che in gergo viene chiamata barellaia, «sostano quei pazienti per i quali sono ancora in corso gli accertamenti e che sono quindi in attesa o degli esiti di un esame di laboratorio o delle visita finale di Ps che precede le dimissioni – spiega Bravi – L’attesa può durare anche diverse ore a seconda dei singoli casi, come deve avvenire in un Pronto soccorso che funzioni e che agisca con scrupolo e coscienza nei confronti dei pazienti che vi accedono. Pazienti, è giusto ricordare, che sono per quasi il 90% codici verdi o bianchi».