Bomba d’acqua a Malpensa: il caso finisce al ministero

Interrogazione del deputato grillino Petraroli dopo l’alluvione dello scorso 15 maggio: «Uno scalo colabrodo. A chi sono imputabili le responsabilità?»

Bomba d’acqua a Malpensa il 15 maggio, il deputato grillino
interroga il ministro per capire «a chi sono imputabili le responsabilità» di quanto accaduto. «Uno scalo-colabrodo, mentre il “vecchio” Terminal 2 non ha subito danni di simili proporzioni». Era il 15 maggio scorso: un violento temporale, una cosiddetta “bomba d’acqua”, si abbatte nel primo pomeriggio sul basso Varesotto. All’aeroporto di Malpensa è il finimondo: crolla un pezzo di controsoffitto al Terminal 1, provocando l’allagamento di una parte dello scalo. Nel frattempo, la superstrada 336 è bloccata per gli allagamenti e sulle piste si verifica un “blackout” di voli, né decolli né atterraggi, per circa tre quarti d’ora, con undici dirottamenti degli aeromobili in arrivo, buona parte dei quali fatti atterrare a Linate.

Un episodio su cui, denuncia il deputato del Movimento Cinque Stelle Cosimo Petraroli, sarebbe «calato un silenzio istituzionale» con l’obiettivo di «giustificare i crolli come qualcosa di imputabile unicamente all’evento atmosferico». Ma è una spiegazione che non convince Petraroli, il quale, in seguito ad alcune segnalazioni ricevute dall’associazione dei lavoratori Adl, ha deciso di farsi portavoce dei dubbi presentando un’interrogazione parlamentare al ministro delle infrastrutture e dei trasporti . «Dalla documentazione ricevuta e da quanto riportato dalle testate giornalistiche ho potuto riscontrare i danni che hanno interessato il terminal 1 a causa degli allagamenti avvenuti sia negli spazi esterni che in quelli interni –

sottolinea il deputato varesino – l’aeroporto di Malpensa è un’infrastruttura pubblica che stata oggetto di un recentissimo ampliamento e restyling costato oltre 330 milioni di euro. Le infiltrazioni d’acqua hanno danneggiato interi uffici e attività commerciali rendendo il camminamento impraticabile, lo smistamento bagagli ed intere aree aeroportuali agli imbarchi e al check-in sono state investite da abbondanti scrosci d’acqua. Ancor più grave è stato il distacco di una parte del soffitto nella zona “arrivi” che miracolosamente non ha investito nessun viaggiatore, soprattutto se si pensa che il crollo è avvenuto in una parte del soffitto non direttamente colpito dalla pioggia. Tali crolli hanno scoperto alcune zone dalle quali sono fuoriusciti cavi elettrici , numerosi sono stati gli interventi dei vigili del fuoco per riportare le zone in sicurezza».

Ecco perché Petraroli, «pur riconoscendo la portata dell’evento meteorologico» chiede al governo «a chi sono imputabili tali responsabilità» e gli esiti di eventuali indagini condotte a seguito dell’episodio, anche perché «nel Terminal 2, di più vecchia realizzazione, i soffitti hanno retto».