Burqa vietato negli uffici e a scuola. Varese pronta: ordinanza in vigore

«È tutto quello che noi sindaci, con le mani legate, possiamo fare per fronteggiare l’emergenza sicurezza» le parole del sindaco Attilio Fontana

«Burqa e niqab vietati anche negli uffici comunali e nelle scuole». Lo chiede l’assessore regionale alla sicurezza Simona Bordonali, che fa appello ai sindaci affinché estendano il provvedimento di Regione Lombardia che riguarda gli ospedali. Ma Varese e Busto Arsizio hanno già provveduto in questo senso.

«È tutto quello che noi sindaci, con le mani legate, possiamo fare per fronteggiare l’emergenza sicurezza» ammette il primo cittadino di Varese. L’ennesimo episodio terroristico di questi giorni, un tentativo di assalto al Commissariato di Polizia del 18° Arrondissement di Parigi, torna a far alzare l’allerta anche alle nostre latitudini. Per l’assessore regionale alla sicurezza, protezione civile e immigrazione, la leghista , «ciò che è successo a Parigi ci riguarda da vicino. Ora è necessario un giro di vite sulla sicurezza e sul rapporto con l’Islam».

Tra le misure suggerite dall’assessore Bordonali arriva anche un esplicito appello ai sindaci lombardi, «a far rispettare il divieto di accesso a volto coperto», che Regione Lombardia ha imposto nei presidi sanitari, «anche negli uffici comunali e nelle scuole. Si tratta di una questione di sicurezza, ma anche culturale, dalla quale non possiamo più prescindere». Perché per l’assessore, e qui l’invito è rivolto al ministro dell’Interno , «nessuno deve poter circolare a volto coperto. Burqa e niqab devono essere vietati senza eccezioni su tutto il territorio nazionale».

Una misura che le due grandi città della nostra provincia hanno già introdotto, anticipando di fatto l’appello di Palazzo Lombardia. L’ordinanza che vieta il travisamento in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico vale già su tutto il territorio comunale – fa notare il sindaco di Varese Attilio Fontana – La nostra città si è già mossa con largo anticipo rispetto alle legittime preoccupazioni che il clima di questi giorni sta diffondendo anche tra i nostri cittadini».

Il divieto di burqa e niqab, inteso come estensione della norma del testo unico di pubblica sicurezza che dispone l’obbligo di riconoscibilità in tutte le manifestazioni pubbliche, era stato introdotto a fine novembre in applicazione di una mozione presentata dal consigliere di Forza Italia nel mese di gennaio. «Dopo aver emesso l’ordinanza – aggiunge Fontana – il testo è stato trasmesso alla Prefettura, dalla quale non mi risultano siano pervenuti rilievi di alcun tipo. A questo punto devo ritenere che l’ordinanza sia pienamente legittima e valida». D’altra parte, il “borgomastro” di Palazzo Estense vorrebbe poter avere maggiori poteri per mettere in campo altre iniziative in risposta alla richiesta di Regione Lombardia di un giro di vite sulla sicurezza: «Noi sindaci purtroppo abbiamo le mani legate e ci limitiamo a fare quanto di nostra competenza. Dovrebbe essere il ministro degli interni a muoversi su questo fronte, se avesse buon senso. Ma temo che continuerà a non fare nulla per fronteggiare l’emergenza sicurezza». Anche a Busto Arsizio la giunta si è già mobilitata prima ancora del richiamo dell’assessore regionale: nella seduta del 30 dicembre è stata promossa «un’integrazione dell’articolo 13 del regolamento di polizia urbana», come fa sapere il sindaco , «che prevede il divieto di travisamento in tutti gli ambiti istituzionali, dalle scuole agli uffici comunali ai musei». «Senza entrare nel merito del burqa e del niqab, la finalità più generale è quella di garantire una sicurezza sociale percepita».