Busto, il carcere è un po’ meno Alcatraz Dopo anni apre la nuova ala sanitaria

La casa circondariale ora è dotata di un reparto moderno: «Un lavoro eccezionale». Migliorano anche le condizioni dei detenuti legate allo storico sovraffollamento

Ala sanitaria del carcere, dopo sei anni finalmente inaugurato il reparto di riabilitazione: in poche settimane, grazie a lavori “fatti in casa”, anche dai detenuti che hanno tinteggiato le pareti. Il taglio del nastro ieri mattina alla presenza del vicegovernatore e assessore alla salute di Regione Lombardia e del provveditore regionale delle carceri.

«Originariamente destinato ai disabili, è stato riconvertito alle cure fisioterapiche e alla riabilitazione» annuncia il direttore della Casa Circondariale . L’assessore Mantovani ricorda di essere stato «qui lo scorso 7 luglio, con un reparto buio e abbandonato, che in poche settimane grazie al progetto elaborato in sinergia tra azienda ospedaliera e direzione del carcere è stato riconvertito, nel pieno rispetto delle normative europee». Il primo paziente è stato accolto nel nuovo reparto di riabilitazione «già il 30 settembre», rivela il direttore dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio , che è formalmente il “padrone di casa” (strutture e apparecchiature, oltre al personale, dipendono direttamente da Piazzale Solaro) all’interno dell’ala sanitaria del carcere.

«C’eravamo impegnati a risolvere questo problema e con un gran lavoro di coordinamento durante i mesi estivi finalmente ce l’abbiamo fatta. Lo staff medico era già presente, ora si è aggiunta la cooperativa che gestisce l’attività fisioterapica e riabilitativa, con un monte ore che dipende dalle esigenze dell’utenza».
Ora la nuova ala è pronta per partire a tutti gli effetti. «Per ora ad usufruire del servizio sono i nostri detenuti, che fanno “su e giù”

dalle loro celle – racconta il direttore Orazio Sorrentini – ma già in settimana arriveranno i primi detenuti da altre carceri lombarde che verranno ospitati nelle celle della nuova ala (otto in tutto, ndr). I protocolli prevedono un affidamento per le cure per periodi di non più di tre settimane». La soluzione di una vecchia magagna va di pari passo con una situazione di generale rasserenamento in via per Cassano: stando agli ultimi dati disponibili (aggiornati a sabato 18 ottobre), il numero di detenuti reclusi era di 329, con un «netto miglioramento, grazie al provvedimento svuota-carceri», come rimarca il direttore Sorrentini, rispetto ai momenti più critici di sovraffollamento, quando l’istituto di pena (che formalmente non potrebbe accogliere più di 167 posti) arrivava ad ospitare più di 400 detenuti. I minori arrivi sono legati soprattutto ai detenuti in attesa di giudizio, le cui possibilità di custodia cautelare in carcere sono state considerevolmente ridotte dalla nuova legge. Per l’assessore ai servizi sociali di Busto Arsizio è stato fatto «un lavoro eccezionale»: ora la speranza è che questa iniziativa «possa essere l’occasione per rendere sempre più stretti i rapporti tra azienda ospedaliera, casa circondariale e servizi sociali».