Caos “Fare” Facebook si divide

Il fallimento del Fare fa discutere la rete. Davvero tanti i lettori che, su Facebook, hanno voluto dire la loro sull’esito della vicenda dell’ex Borgomaneri.

«Era necessario distruggere un gioiello di archeologia industriale per costruire un monumento alla crisi», scrive . «Qualcuno che ci ha guadagnato ci sarà senz’altro», ribatte invece P.

Parere tecnico, invece, quello di : «quella realtà aveva lacune strutturali. Lavoro da anni nel mondo dei centri commerciali e una realtà come quella partiva con handicap che lasciavano poche chance di successo». Ma quali erano i problemi? «Gli errori erano tanti. Anche la mancanza di rampe mobili per passare da un piano all’altro con carrelli e passeggini è stata penalizzante».

Ma non sono gli unici. aggiunge: «parcheggio scomodo per la sosta breve e un supermercato che non garantiva né un nome di qualità, né una vera convenienza». Guarda invece al futuro . «Ora che prospettive ci sono?», domanda, «non sarebbe bello farci un bel mercato coperto, magari anche multietnico, come nelle grandi città d’Europa?».

Ad accendere la discussione sono stati però due ex consiglieri comunali: , esponente della Dc-Ppi dal 1993 al 1997, e , eletto per la Lega Nord nel 1997.

«Bisognerebbe evidenziare», la critica rivolta dal padano alla Provincia, «chi approvò quello scempio e chi fece di tutto per opporsi».

In altre parole, Forza Italia e An da una parte, il Carroccio dall’altra. «Piacerebbe anche a me», aggiunge Galli, «il sacco di Gallarate è cominciato da un bel po’. Qualcuno dei diretti interessati ha militato, e avuto nomine pubbliche, anche da qualche sindaco».

L’ex esponente della Dc è andato a recuperare gli articoli di stampa dell’epoca. Ricordando le previsioni di , all’epoca presidente dell’Immobiliare Nuova Venegoni, che parlava di 300 posti di lavoro all’interno della struttura. E l’entusiasmo dell’allora vicesindaco , presente al taglio del nastro.

Mazzone definisce poi «interessante il silenzio dell’Ascom di allora». E qui è cominciato un dibattito tra l’ex padano e l’ex democristiano sulle responsabilità del Carroccio nell’approvazione del progetto del Fare.

Che risale al 1993, quando sindaco era il padano , ma venne approvato solo nel 1999, con Angelo Greco alla guida di una giunta formata da Forza Italia e Alleanza nazionale.

«Monsignor Piantanida non sarebbe andato ad inaugurare il centro neanche sotto minaccia», chiosa , «qualche altro parroco (monsignor , ndr) ingenuamente ci andò e questo grave errore di valutazione spalancò le porte ad accordi e poi silenzi che il vecchio decano avrebbe distrutto con la clava».

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