“Cartelle pazze”, ci risiamo E la multa diventa incubo

Cartelle “pazze” recapitate da Equitalia a diversi varesini ai quali viene chiesto di mettere mano al portafoglio per pagare multe emesse dalla Polizia Locale.

Peccato, però, che queste sanzioni fossero già state saldate dai malcapitati che però oggi, se non sono in grado di dimostrare di aver già fatto il proprio dovere mostrando il cedolino del versamento (spesso smarrito o erroneamente cestinato), saranno costretti a saldare la multa due volte.

Un fenomeno, quello della “pazza” riscossione da parte di Equitalia di sanzioni effettuate dalla Polizia Locale della città giardino, già verificatosi lo scorso mese di luglio.

«È vergognoso che questa cosa si stia ripetendo di nuovo – tuona dal suo ufficio , referente di Federconsumatori Varese – Continuiamo a ricevere cittadini che ci sottopongono proprio questo problema che nasce dal fatto che il Comune di Varese ha esternalizzato il servizio di riscossione delle sanzioni. Chi gestisce questo servizio, non aggiorna i data base come dovrebbe e così partono le cartelle da Equitalia».

Purtroppo, però, sono in molti a non possedere più la ricevuta di effettuato pagamento della sanzione. «Chi non può provare di aver già pagato – continua De Lorenzo – sarà costretto a pagare una seconda volta. È vero che questi cedolini andrebbero conservati cinque anni, ma Palazzo Estense deve risolvere questa questione».

Secondo del Codacons si tratta di un fenomeno che va a ondate. «Quando l’ente emette i dati per il mancato pagamento li passa a Equitalia che recapita le cartelle tutte insieme. Capita che il cittadino riceva le cartelle pazze ancor prima della notifica della sanzione. Così arrivano da noi persone che hanno scoperto di aver preso una multa quando hanno ricevuto la cartella di Equitalia».

Come mai si verifica questa situazione? «Con la liberalizzazione del servizio postale, le lettere le portano in tanti, che non conoscono né le persone, né le strade. Capita anche che i cittadini non ricevano gli avvisi di scadenza».

Diverso è il caso in cui la cartella arriva nonostante il pagamento della sanzione. «Il cittadino è messo nella posizione di dover provare sempre la sua innocenza, quindi è fondamentale rispondere anche agli avvisi bonari che dicono “ci risulta che lei non abbia pagato la multa”. Chi lascia correre perché sa di essere nel giusto finisce per essere nel torto. Anche perché l’avviso bonario fa ripartire da zero il conteggio dei cinque anni nei quali il bollettino può essere richiesto e il consumatore potrebbe non ricordarsi neanche più di che multa si sta parlando».

Una risposta arriva prontamente anche dal Comune e, nello specifico, a entrare nel merito della vicenda è il nuovo comandante della Polizia Locale, .

«Il problema delle cartelle “pazze” può verificarsi sostanzialmente per due motivi – spiega – Per colpa nostra, perchè nell’elaborazione dei dati informatici commettiamo degli errori e qualche pagamento non viene registrato, per cui non risulta effettuato e il sistema genera la cartella».

L’errore, quindi, può essere umano o informatico «ma è comunque riconducibile alla nostra responsabilità. Occorre tener conto che quando emettiamo un ruolo lavoriamo qualche decina di migliaia di pratiche, per cui un certo indice di errore va messo in conto. In secondo luogo il problema si può verificare anche per colpa del trasgressore, perchè effettua un pagamento parziale o sbagliato: in quel caso il sistema genera una cartella esattoriale per la differenza ancora dovuta».

In ogni caso, il comandante Bezzon conferma che, se il cittadino presenta la ricevuta di pagamento, la cartella viene regolarmente annullata.

Varese

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