Caso-Infrastrutture Bufera in Aula

Infrastrutture Lombarde, è battaglia al Pirellone. I grillini chiedono le dimissioni dei due presidenti varesini, Roberto Maroni e Raffaele Cattaneo.

Il governatore rassicura: «La Regione è parte lesa, non copriremo nessun illecito o scorrettezza che dovesse emergere».

Nella sua attesa relazione sull’inchiesta giudiziaria che ha portato dietro le sbarre il direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni, il governatore Maroni ha rassicurato sulla «piena operatività della società per concludere tutte le opere ad essa affidate», anche perché non vengono messe in discussione le commesse pubbliche oggetto dei cantieri aperti, tra cui la “nostra” Pedemontana.

Pedemontana non rischia

In questa fase il presidente Paolo Besozzi, varesino, fedelissimo dell’ex ministro, ha assunto «pieni poteri», mentre oggi verrà pubblicato sul bollettino regionale «un avviso pubblico per individuare il nuovo direttore generale».

Rispetto all’inchiesta della magistratura Maroni appare tranquillo, anche se per certi versi la sua difesa potrebbe sembrare una presa di distanza dall’era Formigoni: «Non abbiamo nulla da nascondere. I fatti contestati sono tutti relativi al periodo tra il 2008 e il 2012, non c’è alcun coinvolgimento riferibile all’attuale giunta». D’altra parte la Regione «è parte lesa in questa inchiesta»: tra le accuse c’è infatti una truffa aggravata ai danni dell’ente.

«Su questa vicenda – assicura Maroni – non ci sarà alcuna copertura di illeciti e scorrettezze compiuti da chicchessia. È già stata avviata una commissione d’inchiesta interna per accertare eventuali responsabilità od omissioni di controlli ad ogni livello, sia in Infrastrutture Lombarde che in Regione Lombardia».

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