«C’ero anch’io su quel social Ma ora voglio combatterlo»

«Ho avuto anch’io un profilo su Ask.fm, ma quando ho visto cosa succedeva su quel social mi si è accapponata la pelle e ho deciso di chiuderlo».

Queste le parole di, rappresentante degli studenti del liceo linguistico Manzoni. Francesco conferma quanto già emerso da un’indagine svolta dal nostro giornale, curiosando nei gruppi frequentati dai giovanissimi varesini sul tanto discusso social network. 

«Mi sono iscritto più che altro in cerca di curiosità – racconta – Poi mi sono reso conto che i ragazzi lo utilizzano per insultarsi tra loro anche in modo spesso volgare. Non si tratta di pettegolezzi, ma di qualcosa che va oltre e, in alcuni casi, sfocia in un vero e proprio cyberbullismo. Dal mio punto di vista, Ask.fm andrebbe vietato perché con la garanzia dell’anonimato il suo utilizzo risulta del tutto incontrollato».

Questa constatazione ha spinto il giovane studente ad avanzare la proposta di attivare, per il prossimo anno scolastico, una serie di incontri tra studenti ed esperti del settore (comunicatori multimediali e psicologi).

«Intendo sensibilizzare consiglio d’istituto, insegnanti e genitori in primis, attraverso questa proposta in merito a due problematiche: la pericolosità di atteggiamenti da bulli attraverso i social network e l’utilizzo improprio di questi strumenti da parte dei giovani, poco consapevoli delle potenzialità positive di queste realtà multimediali e dei rischi che, invece, possono scaturire da un utilizzo scorretto». Sono proprio i ragazzini stessi a raccontare, con molta “nonchalance”, che i pettegolezzi hanno sempre il fine di «torturare una vittima prescelta».

Chiara, 15 anni, incontrata ieri all’uscita della scuola, spiata che nel mirino dei “bulletti” di Ask.fm «ci sono di solito “gli sfigati”. Quei ragazzi casa e chiesa che non hanno la minima idea di che cosa voglia dire divertirsi oppure quelli che fanno gli infami a scuola».

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