«Chiudere il minigolf? Non accadrà» Ma è braccio di ferro Comune-gestore

«Il minigolf non chiuderà il 30 settembre»: parola di vicesindaco. smorza sul nascere la preoccupazione, comune a tanti varesini, di perdere lo storico luogo di divertimento dei Giardini Estensi. Lo scampato pericolo che emerge dalle parole dell’amministratore non chiude tuttavia la questione relativa alla gestione, matassa ingarbugliata e davvero lontana da una soluzione.

Interpellato dopo l’allarme lanciato ieri da , attuale gestore della struttura, Baroni è categorico: «Il Comune di Varese non ha alcuna intenzione di togliere ai cittadini il diversivo del minigolf. Anzi, vogliamo farlo diventare ancora più appetibile».

Le voci relative ad una riconversione dell’area non rispondono dunque a verità; ma con quale gestione continuerà a vivere il campo di via Copelli? «Dopo il bando di quattro anni fa e alla luce del mancato accordo tra la Pro loco di Varese – vincitrice dell’appalto – e il signor Grassi, abbiamo lasciato che quest’ultimo continuasse l’opera. Ad aprile è arrivata la sua disdetta ufficiale: se non se la sente di andare avanti, subentrerà la Pro loco, altrimenti potrà proseguire lui. Tutto verrà fatto secondo diritto».

La controreplica di Grassi non si fa attendere: «Prendo atto della risposta data dal Comune – afferma – E rimango fermo sulle mie posizioni. Palazzo Estense deve corrispondere la buonuscita che mi spetta secondo il vecchio contratto: non me ne andrò finché questo aspetto della vicenda non verrà risolto, anche a costo di adire le vie legali».

Grassi – che all’epoca del bando, indetto alla scadenza del vecchio contratto, non aveva partecipato alla gara, considerando inique le condizioni cui veniva subordinata l’assegnazione – lamenta una totale mancanza di comunicazioni da parte dell’amministrazione comunale proprietaria: «Se sapessi con certezza di dover chiudere e di veder rispettate le mie spettanze, potrei almeno organizzarmi: invece non so nemmeno come comportarmi con i fornitori che attendono una risposta sulle ordinazioni fatte».

Un muro contro muro che vede allontanarsi una risoluzione pacifica entro il termine del 30 settembre, giorno in cui – alla luce della disdetta inviata da Grassi – lo stesso gestore dovrebbe lasciare buche, mazze e bar annesso al campo dopo 36 anni dall’inizio datato 1978. Alla finestra rimane un terzo attore interessato, quella Pro loco che aveva partecipato al bando del 2010 ma non è mai riuscita a prendere davvero in mano la gestione pur avendone diritto acquisito.

I tentativi di trovare un accordo tra l’associazione e Grassi per tentare un proseguimento congiunto sono rimasti solo sulla carta; per tale ragione la stessa Pro loco ha preferito attendere e rimane anche oggi della medesima idea.

In mezzo ad una trama da “Non guardarmi, non ti sento”, il film del 1978 con Gene Wilder ed in un panorama di barricate erette per difendere le proprie posizioni, il cittadino resta a guardare ed in fondo tira un sospiro di sollievo.

Di chi sia il minigolf, ai varesini cambia poco o nulla: l’importante è che rimanga in vita.

Certo non dispiacerebbe poter osservare qualche miglioria ad una struttura che dimostra un’età non più verde, ma se il pericolo è quello di perdere un passatempo piacevole ed un luogo d’incontro entrato nel cuore di tante generazioni diverse, l’utente non mette bocca. Che decida il buonsenso, fosse anche quello vestito con la toga da giudice.

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