«Con il giornale aiuti la Finanza» Ma salta fuori che era una truffa

Macchinone, bella vita e truffe: varesino di 44 anni finito al centro di un’indagine della guardia di finanza di Mestre. Con quattro soci (residenti tra Milano e Monza) il varesino si sarebbe inventato un sistema “sicuro” per vendere riviste.

– Come? I cinque, stando a quanto accertato dalla finanza veneta, avevano architettato una truffa semplice fondata da un lato sulla lusinga, dall’altro sulla minaccia.
Telefonavano alla vittima designata, piccoli imprenditori o artigiani trovati sulla rete, e si spacciavano per appartenenti alle forze dell’ordine. Al malcapitato proponevano l’acquisto di una rivista edita dalla guardia di finanza.

Alla vittima in prima istanza si lasciava intendere che, sottoscrivendo l’acquisto, la finanza avrebbe chiuso un occhio in caso di accertamenti fiscali.
Se la vittima si mostrava sensibile poi arrivava la seconda storiella: l’incasso della vendita delle riviste sarebbe stato interamente devoluto per aiutare economicamente i colleghi morti in servizio.
Se nemmeno il senso patriottico riusciva a smuovere il malcapitato preso di mira, arrivava la minaccia.
«O compri questa rivista, oppure arrivano accertamenti di ogni genere sulla tua attività».

Così facendo i quattro sono riusciti a ingannare centinaia di persone: tra queste anche quattro piccoli imprenditori del Varesotto caduti nella rete, pare, a fronte dell’aiuto agli orfanelli dei militari caduti compiendo il loro dovere. L’indagine è scattata quando un imprenditore di Padova si è visto recapitare a casa una pubblicazione del tutto diversa da quella che si sarebbe aspettato.
E a fronte delle continue chiamate succhia soldi, con minacce annesse, si è rivolto alla finanza. Quella vera. Che ha dato il via all’inchiesta.
E ne è emersa la figura del varesino, belloccio, che amava frequentare la zona chic di Sesto Calende, molto noto tra i locali della zona lago e notissimo anche alle forze dell’ordine in virtù del lungo elenco di precedenti per truffa accumulati negli anni.

Un sodale attivissimo all’interno della banda che in quattro mesi faceva sino a duemila telefonate. Incassando qualcosa come 300mila euro in quattro anni di truffe.
Uno degli imprenditori veneti presi di mira in tre anni ha versato sotto minaccia al gruppo criminale quasi ottomila euro. Più caute le vittime varesine: new entry tra i “clienti” del sodalizio che a quanto pare avevano acquistato una rivista ciascuno.
Se l’indagine non avesse smantellato la truffa, anche loro si sarebbero ritrovati in scacco.