Condotta riparatoria e risarcimento economico. È polemica sul decreto

Focus Stalking - Parla Patrizia Esposito, presidente della Camera penale

Stalking e condotta riparatoria: la polemica corre sul filo dopo l’approvazione del “pacchetto” Orlando. Il legislatore si è sbagliato oppure l’inserimento del reato di atti persecutori (in aumento) tra quelli che si possono risolvere con un risarcimento è voluto?

Tutto parte da una sentenza pronunciata dal tribunale di Torino. Ovvero l’assoluzione dell’imputato accusato di atti persecutori nei confronti della ex previo versamento di 1.500 euro alla vittima.

«La questione è complessa – spiega , presidente della Camera Penale di Varese – Il punto è che il reato di stalking è perseguibile a querela di parte».

Non è perseguibile d’ufficio: è necessario che la vittima presenti denuncia. Denuncia che la stessa vittima può poi ritirare. «Ma soltanto in sede processuale – spiega Esposito – la querela può essere ritirata ma in modo diciamo più rinforzato di quanto avviene per altri reati».

Questo perché la vittima potrebbe essere sottoposta a pressioni o minacce al fine di rimettere la querela. Quindi quando questa decide di ritirarla può farlo ma davanti a un giudice, in sede processuale, non semplicemente recandosi da carabinieri o polizia di Stato. Questo affinché il giudice e tutte le parti processuali possano valutare la situazione.

«La normativa ammette la condotta riparatoria», ovvero l’indagato che si vede tramutare una condanna in un risarcimento economico, «per tutti quei reati procedibili a querela».

Non d’ufficio. Ci sono infatti reati considerati di estrema gravità, oppure che vedono la vittima impossibilitata a sporgere direttamente denuncia, oppure con indagini avviati sulla base di lavoro di intelligence da parte delle forze di polizia, che possono essere perseguiti anche su iniziativa della magistratura. Senza necessità di una denuncia. La stalking non è tra questi: ci vuole una querela. E il “pacchetto” Orlando prevede la condotta riparatoria per i reati perseguibili a querela di parte.

Stalking compreso. «Quindi 1.500 euro sono oggettivamente pochi – spiega Esposito – ma mi chiedo, da ignorante: il giudice ha applicato la normativa. È possibile pensare di ottenere altre sentenze? E ancora: posto che non esistono parametri per stabilire il “valore” della condotta riparatoria come dovrà essere quantificata?». Viene il dubbio che il legislatore non si sia accorto che parlando di tutti i reati procedibili a querela nel calderone ci finisse anche lo stalking? «Che chiaramente ha diverse modoluzioni – conclude Esposito – posto che ricevere 300 telefonate al giorno causa ansia, ci sono casi con atti di violenza reiterati. Ci deve essere, e di fatto c’è visto che nei casi più gravi si ricorre a misure di custodia cautelare anche rilevanti, una differenziazione. La situazione è in sospeso e certamente la norma andrebbe assolutamente perfezionata». Anche perché si è tanto parlato di normative in grado di prevenire l’esclation di violenza. Permettere la condotta riparatoria in caso di atti persecutori acclarati non va esattamente in questa direzione.

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