Così Somenzi aiuta i dislessici

In quattro anni scolastici ha aiutato 400 bambini a fare i conti con la dislessia. ha aperto a Gallarate “Parole Insieme”, un centro per i bimbi affetti da disturbo dell’apprendimento.

«Ho cominciato nel 2010 quando una mamma mi ha chiesto di seguire il figlio dislessico – racconta il giovane psicologo gallaratese – dopo qualche settimana ho coinvolto amici che potevano essere interessati a tenere le lezioni e alcune famiglie».

A settembre di quattro anni fa erano 4 i bambini seguiti. Nello stesso mese del 2013 gli iscritti al suo centro erano 180, per un totale di 400 ragazzi passati dalla struttura di viale Leonardo Da Vinci. «Il nostro non è un lavoro di diagnosi e terapia, ma di aiuto nello studio», spiega Somenzi.

Dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia: bambini che fanno fatica a leggere, a far di conto, a scrivere e a rispettare la grammatica. Sono questi i soggetti con i quali Somenzi e i suoi 35 collaboratori hanno a che fare quotidianamente. «Un dislessico è un po’ come uno studente di giapponese alle prime armi – spiega – fatica a orientarsi tra gli ideogrammi».

A “Parole insieme” lo prendono per mano e gli insegnano un modo per riuscire a cavarsela da solo: «Utilizziamo strumenti compensativi», ovvero tabelle, mappe che aiutino i bambini a compiere i passi necessari per superare le difficoltà: «Alcuni li creiamo noi, altri già esistono. Usiamo molto il computer, principalmente software gratuiti, che tutti possano avere».

L’obiettivo finale «è l’autonomia». Si dice che se si dà un pesce a un affamato, si risolve il problema di un giorno: «Io provo a insegnare a questi ragazzi a pescare». Con i più piccoli si lavora soprattutto sulla costruzione di un metodo di studio, con i più grandi ci si concentra sulle singole materie.

Il “mercato” con il quale si confronta Somenzi è più ampio di quanto si possa immaginare: «Gli studi dicono che il 5% della popolazione è affetto da disturbi dell’apprendimento». Ma sono molti di più i ragazzi che, senza avere questa patologia, hanno comunque difficoltà ad imparare.

«Dobbiamo lavorare molto con le famiglie», che devono poi seguire i ragazzi a casa: «Tanti obiettivi vengono raggiunti solo in funzione della condivisione» da parte dei genitori. Ma il metodo funziona? «I bambini vanno meglio a scuola – afferma Somenzi – ma il risultato più importante è un miglioramento nella loro autostima». Ovvero nella loro capacità di affrontare il mondo in autonomia. Il centro “Parole Insieme” farà l’open day il prossimo 6 settembre.

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