Dall’Egitto a Biumo per lavorare Ma i vandali lo torturano

Tre atti di vandalismo contro le vetrine della sua pizzeria. Un clima di intimidazione, quello che da mesi ormai vive il giovane proprietario della pizzeria Gabri, a Biumo Inferiore

– A gestire l’attività è il ventisettenne Anis, di origine egiziana e da due anni in Italia.
Prima in Sicilia, poi qui a Varese, dove il 15 agosto ha aperto il suo locale in via Garibaldi.
Mesi di duro lavoro da parte di chi arriva nel nostro Paese e non solo vuole integrarsi. Ma aiuta, in tempo di crisi, a far funzionare l’economia. Eppure, anche qui nella “civile” e “nordica” Varese, succede che un giovane lavoratore debba vivere con l’ansia

di atti di vandalismo continuati.
Lo incontriamo, dopo che alcuni cittadini ci hanno segnalato il caso, nel suo locale. Ci apre ed è cordiale e disponibile a raccontarci la sua storia.
«Sono arrivato in Italia due anni fa – racconta – prima ho lavorato in Sicilia, poi sono arrivato qui a Varese. Mi interessa solo lavorare, portare avanti la mia attività in maniera limpida e legale». Eppure, da novembre, la sua vita non è più stata tranquilla. Prima gli frantumano, circa due mesi fa, la vetrata della porta. È ancora scheggiata e visibile, per chi passa dalla via. Quindi, poco prima di Natale, un altro “attacco”, sempre contro la vetrata della porta.

Nella notte tra mercoledì e giovedì di settimana scorsa sfondano il vetro accanto all’ingresso, lo frantumano quasi completamente. Addirittura, nell’impatto, la mazza con cui sarebbe stata colpita la vetrina si rompe. E infatti all’interno del locale viene trovato un pezzo dell’oggetto. Anis ha chiaramente sporto denuncia e sul caso stanno indagando le Forze dell’Ordine. Ma il clima che si respira a Biumo non è certo dei più distesi.
Da tempo, infatti, residenti e negozianti di via Garibaldi hanno fatto richiesta al Comune di installare due telecamere di videosorveglianza per monitorare la strada.
L’amministrazione è stata contattata e qualcosa si sta muovendo. Un particolare interessante, che notiamo entrando nel locale, è un crocifisso appeso alla parte. E scopriamo che il proprietario è di fede cristiana. Da sempre.
In Egitto, infatti, accanto alla popolazione di fede musulmana, coesistono da sempre parti della comunità di fede cristiana: i copti, ma anche cattolici.
A subire quindi questa “accoglienza”, qui a Varese, è un ragazzo egiziano di fede cristiana.
Un fatto che fa riflettere, in un momento in cui, dopo gli attentati di Parigi, l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata sugli immigrati di fede musulmana, e troppo spesso si confonde il Paese di provenienza con la religione.