Devi prelevare al bancomat? Ecco come non farti fregare

Truffe agli anziani, “occhi spalancati” quando si preleva con il bancomat. È il consiglio della Questura di Varese, che ha lanciato nei giorni scorsi il secondo spot pubblicitario nazionale della Polizia di Stato per la sensibilizzazione sul problema delle truffe agli anziani, dedicato proprio a questa fattispecie di raggiro sempre più diffusa, quella del “bancomat che non funziona”.

«Dovunque ci sono dei soldi, si è sempre vulnerabili – il messaggio di “nonno Libero”, alias , testimonial della Polizia di Stato in questa campagna informativa antitruffe – mai lasciare le persone sole quando vanno a ritirare il denaro contante in posta, in banca o al bancomat».

E quanto ci si trova in situazioni di difficoltà, il messaggio di nonno Libero è chiaro: «Una parola è troppa, due sono poche, tre quelle giuste…chiama la Polizia». Un messaggio che per la Questura «incita i cittadini, soprattutto anziani, a chiedere l’aiuto della Polizia quando i malintenzionati approfittano della loro solitudine». È questo infatti lo scenario più comune, riportato nello spot: una persona anziana sola allo sportello bancomat per prelevare del denaro contante, che viene avvicinata da due donne con la scusa che non riescono a prelevare e poi viene abilmente raggirata e distratta.

Quello del finto “buon samaritano” è uno degli espedienti più classici in questo tipo di truffe, è stato spesso segnalato anche in provincia di Varese: il malvivente in questi casi si avvicina alla vittima fingendo di farle notare che ha perso qualcosa o che le è caduto per terra qualcosa, proprio mentre è in corso l’operazione di prelevamento al bancomat. A quel punto la distrazione è fatale, perché la mano lesta del truffatore si approprierà del denaro, mentre alla vittima, confusa, non resterà che chiedersi se aveva effettivamente già prelevato oppure no.

Dalla Questura di Varese ricordano che «ci sono stati diversi casi anche sul nostro territorio», alcuni dei quali oggetto di intervento delle forze dell’ordine.

Uno dei più clamorosi fu scoperto dalla squadra mobile di Varese nel 2010: una banda di sudamericani – agivano almeno in sei alla volta – che si appostava fuori dagli sportelli bancomat e inseguiva gli ignari vecchietti che avevano appena prelevato ingenti somme di denaro.

Erano stati incastrati da un video di sorveglianza del parcheggio Aci di via San Francesco, dove una donna aveva raggiunto l’automobile dopo aver prelevato al bancomat in centro: qui la banda, dopo aver distratto la donna con una ben congegnata sceneggiata in cui fingevano di aiutare la signora, ciascuno recitando il proprio ruolo, era riuscita ad appropriarsi della borsetta.

E poi si sono ripetuti anche diversi casi di badanti che si appropriavano della tessera bancomat degli anziani che accudivano per fare dei prelievi nascosti, a volte anche per procurarsi il denaro da spendere alle slot machines: in questi casi sono i familiari a dover prestare attenzione.

Va ricordato comunque che, anche in caso di raggiro subito, il primo comandamento è sempre quello di «riferire subito quello che è accaduto alle forze dell’ordine o alla polizia locale, che aiuteranno a risolvere il problema». È quello che consiglia anche la campagna 2014 “Occhio alla truffa” di Regione Lombardia.

Tra i suggerimenti per gli anziani, farsi accompagnare da qualcuno in banca o in posta, soprattutto quando si ritira la pensione o si versa molto denaro, ma anche evitare di tenere portafogli o contanti nelle tasche esterne, e portare sempre con sé un telefono cellulare per le emergenze.

E ancora, prudenza quando si utilizza il bancomat: non usarlo quando ci si sente osservati o seguiti, meglio entrare in un negozio o cercare un agente.

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