Don Giovanni trasferito «Quanti doni in 13 anni»

Il parroco lascerà Buguggiate per una comunità nella Valassina: «Cambio inatteso: vado via più ricco, come uomo e come prete»

– Don , per tutti “don Gio”, lascia Buguggiate per la comunità della Valassina: dal 5 settembre l’ingresso nelle parrocchie di Magreglio, Civenna, Barni e Lasnigo.
Don Giovannoni, 54 anni originario di Desio, parroco di San Vittore da 13 anni e mezzo, lo ha annunciato in un lungo editoriale pubblicato sul foglio quindicinale della parrocchia.

Il primo pensiero, quando gli hanno proposto la nuova destinazione, «è stato di sorpresa», racconta don Giovanni, oggi in vacanza dopo 7 settimane di oratorio estivo e in vista del nuovo impegno pastorale.
«Non mi aspettavo un cambio in questo momento, pensavo avvenisse tra un anno o due – scrive – Il secondo pensiero, invece, è stato di apprezzamento per la stima dei superiori perché mi han detto esplicitamente che si tratta di una situazione impegnativa che non tutti saprebbero affrontare».


Non avrebbe rifiutato, anche potendo: «Se avessi guardato solo a quello che lascio non sarei riuscito a dare la mia disponibilità: ma non ritengo questo un criterio giusto per un sacerdote diocesano. Credo che noi per primi dobbiamo mettere mano all’aratro senza guardarci indietro. Questo non significa cancellare o rinnegare tutti i doni ricevuti in questi anni».
Ha accettato la nuova sfida che lo porterà ad amministrare 15 tra chiese e chiesette, sparse nei 4 Comuni della comunità pastorale, nonché ad essere parroco del santuario dei ciclisti al Ghisallo.
«Abiterò nel Comune di Bellagio, per la precisione a Civenna, che è la parrocchia ambrosiana di questo Comune della diocesi di Como – spiega – Sarò parroco di quattro parrocchie in quatto diversi Comuni: dal primo all’ultimo ci sono circa 12 km., che vanno da un’altezza di circa 600 metri fino a circa 1.200 metri e che appartengono al triangolo lariano, fanno parte della Valassina».

Per don Giovanni Giovannoni è difficile riassumere volti, incontri, esperienze e avventure di tanti anni passati a Buguggiate che l’hanno arricchito come uomo e come sacerdote.
«La prima icona che mi viene in mente, come ho scritto ai parrocchiani, è quella della famiglia. Mi sono sentito a casa mia, uno di loro, uno di Buguggiate e mai un estraneo, come se fossi sempre stato lì. Vado con lo stesso spirito con cui arrivai a febbraio del 2002, affidandomi a Dio, al suo aiuto e col desiderio di mettermi a servizio della comunità ».
Non è ancora stato definito chi lo sostituirà, ma don Gio gli lascia un suggerimento: «La cosa più importante è entrare nel cuore della gente: se lo farà non avrà problemi, perché è una bella comunità. Ai parrocchiani ho già chiesto di essere pronti ad accogliere bene chi arriva, così da facilitargli la vita. La pazienza sarà importante per conoscersi, evitando fraintendimenti e alzate di muri».
Al prossimo parroco raccomanda di «stare vicino a , l’educatore che ha iniziato bene quest’anno, e alla realtà giovanile». Di «sostenere i numerosi gruppi che collaborano e fanno davvero un bel lavoro». Il terzo consiglio è di «collaborare col territorio, dall’amministrazione alle associazioni. In un paese come Buguggiate collaborando con tutti si può fare molto più che da soli».