Dopo l’omicidio la rete si scatena «Chi ci difende?»

«Dobbiamo fare un comitato fra la cittadinanza e una petizione con raccolta firme da presentare al sindaco», posta Corrado Malaspina.

Ma, subito dopo, Gianfranco Alberti quasi replica: «Se bastassero le firme e le petizioni a risolvere il problema dei criminali. Manca lo Stato che ormai ha abbandonato i cittadini». Sulla pagina Facebook de “La Provincia di Varese” si è scatenato il dibattito tra i cittadini sommesi (e non solo) dopo il delitto di sabato scorso in via Briante, al civico 199. Antonio Faraci, pensionato di 72 anni è stato ucciso nella sua abitazione. Le indagini sono in corso, ma tra la gente delle periferia della città è tornata la paura.

«E’ lo Stato che latita, non c’è la certezza della pena. Le Forze dell’Ordine cosa possono fare? Si sentono prese per i fondelli quando arrestano una persona e il giorno dopo la vedono in giro come se niente fosse», scrive Antonio Gattoni. «Mah..purtroppo ognuno deve difendersi come può e senza esagerare, altrimenti vai nei casini». Più o meno della stessa idea Mauro Tursi:«Questa gentaglia non ha paura nè di carabinieri nè di polizia, sa che le Forze dell’Ordine devono agire a norma di legge e sa benissimo che il giudice di turno li farà uscire.

Sono i cittadini che, in massa o isolatamente, possono far loro paura». Ma Corrado Malaspina non ci sta del tutto: «Si Mauro tu hai anche ragione, ma ricordati che la legge parla chiaro: la difesa deve essere pari all’offesa altrimenti è abuso di legittima difesa e passi dalla ragione al torto e rischi di essere condannato tu che ti sei solo difeso. Farsi giustizia da soli è sempre sbagliato non siamo più ai tempi del farwest».

Il botta e risposta è a ritmi serrati, finché LaKa Colucci sembra quasi tirare un po’ le somme.

«Dobbiamo avere fiducia nella giustizia. Le leggi ci sono, devono essere messe in pratica su questo siamo d’accordo. Bisogna essere più severi, ma non facciamo passare il messaggio che bisogna farsi giustizia da soli. Cosa insegnamo ai nostri figli?»

La donna ammette che certi discorsi («i mezzi legali a nostra disposizione non servono a nulla») le fanno davvero paura. Piuttosto, scrive: «Facciamoli ’sti gruppi, sorvegliamo, controlliamo, parliamo tra di noi, coi vicini e con i non vicini. Dobbiamo stare uniti più che mai».

L’idea del Comitato per la sicurezza tiene banco anche sulla rete. Ma, posta Maria Pia Giusti: «Adesso, dopo tutto questo dolore e questo sgomento, è importane che riescano a prenderli e fare giustizia, perché mi fido molto poco della giustizia italiana.Vi ricordate un po’ di anni fa la famiglia a Mazzafame distrutta? E’ stata fatta giustizia?»

© riproduzione riservata