Due gioielli troppo cari da salvare?

Il Grand Hotel Campo dei Fiori e la funicolare, due pezzi di storia in lento e inesorabile disfacimento. La tesi di due varesotti lancia l’allarme: «Tempo scaduto, ormai bisognerebbe ricostruire ex novo»

– Una recente dichiarazione del Governatore della Regione Lombardia ha rimesso sul tavolo una proposta richiamata periodicamente negli ultimi decenni: il ripristino della funicolare del Campo dei Fiori e la rivalorizzazione del Grand Hotel Campo dei Fiori.
Il complesso progettato dal Sommaruga, costituito dal maestoso albergo e dal ristorante panoramico (più un modesto edificio adibito a ricovero per i cavalli), in possesso di privati attualmente sottoposti a procedura fallimentare, con la stazione di monte della funicolare, di proprietà comunale, giacciono in uno stato di estremo degrado.

Nel corso degli anni, in attesa di propendere per qualche ipotesi di ristrutturazione, erano rimasti inascoltati gli accorati appelli dello storico (1997-1978) e della Presidente del FAI (2009): «Perchè non pensare seriamente a riaprire l’albergo in cima a Campo dei Fiori, e a riattivare la funicolare che lo raggiungeva? – scrisse – Sono luoghi straordinari che vale la pena di riscoprire, ancor più in questo momento difficile per tutti. I terziario legato alle vacanze può

offrire posti di lavoro».
Numerose ed articolate erano state le ipotesi di intervento, da “monastero laico del pensiero” per studiosi e giovani ricercatori (uno spunto di , direttore di AD), a tempio del benessere con beauty farm e casa di cura incorporata, a studentato universitario sul modello anglosassone per giovani rampolli altolocati.
Ma il destino del complesso ha bisogno soprattutto di un progetto sostenibile; due giovani architetti varesotti, e , ci hanno provato: hanno scelto il complesso per discutere con il prof. una tesi di laurea al termine del corso di studi in Progetto e Tutela del Patrimonio costruito presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano.

Entrambe le loro proposte di intervento sui gioielli di famiglia della città di Varese, intesi al recupero funzionale sia del Grand Hotel che del “trenino del cielo”, partono da una accurata fotografia dello stato di degrado esistente in molti casi divenuto irreversibile. Fuori tempo massimo, se non a prezzo di ricostruire ex novo, appare il recupero della stazione di arrivo della funicolare: le monumentali tettoie di protezione dei viaggiatori, tratto distintivo dello stile del Sommaruga, sono totalmente scomparse, le balaustre in ferro battuto del maestro Mazzuccotelli arrugginite e divelte, le solette interne pericolanti, come inghiottito dalla boscaglia è ora il tracciato dei binari, che si inerpica fin sulla cima attraversando alcune gallerie.
«Qualsiasi progetto di recupero di un immobile storico necessita di un business plan, unbilancio che renda indipendente economicamente per il futuro la struttura – sottolinea l’architetto , presidente degli Amici del Campo dei Fiori – Un centro benessere con spa e suite da capogiro al Grand Hotel Campo dei Fiori, con la sola funicolare, non è sufficiente. Altrove in Italia, il Grand Hotel sarebbe già diventato sede rappresentativa di grosse aziende multinazionali, che purtroppo nel varesotto non ci sono più, e comunque, per puntare all’eccellenza, si deve pensare alla raggiungibilità immediata, per esempio ad un eliporto».