E’ caccia ai ladri assassini «Ora vogliamo giustizia»

«Questa era la quarta volta. In casa di mio padre i ladri, tra tentativi e successi, ci sono entrati quattro volte. In un’occasione hanno malmenato mia madre per scappare. Sabato hanno ucciso. Quattro volte e nessuno ha mai fatto niente».

è uno dei tre figli di
, pensionato di 72 anni, ucciso nella sua villetta a schiera di via Briante forse da uno o più ladri nella serata di sabato. I carabinieri della compagnia di Gallarate mantengono il più stretto riserbo sull’accaduto. Ma l’ipotesi più accreditata è che il pensionato, invalido dopo l’ictus che lo aveva colpito quattro anni fa, sia la vittima di una rapina o di un furto finito male.

Nessuna pista viene esclusa, ma questa è la principale via seguita dagli inquirenti. Anche perché dall’abitazione è stato sottratto del denaro: la cifra non è ancora stata quantificata con esattezza, ma si parla di alcune centinaia di euro. Nascoste in luogo considerato sicuro dai padroni di casa, come accade in ogni abitazione. Il denaro sarebbe stato trovato e sottratto: il o i balordi, perché in casa Faraci potrebbero essere entrati più malviventi, hanno frugato tra cassetti e armadi scovando il bottino.

Probabilmente dopo aver colpito l’anziano con un corpo contundente, un soprammobile che non sarebbe stato ancora trovato dagli inquirenti. L’arma del delitto, insomma, manca all’appello. Faraci è stato colpito più volte: alla testa e anche al busto. I colpi fatali sarebbero stati quelli arrivati al capo. «È assurdo – continua Vito – Quattro volte. E ogni volta mio padre ha denunciato tutto. Ma non è mai cambiato niente. In quella zona ci sono stati altri furti, non c’è mai stata una presenza particolare delle forze dell’ordine. Mai». «Hanno sempre preso la denuncia – racconta Antonio, che del nonno ha preso il nome – Fatto un rapido sopralluogo. E poi nulla cambiava. Mio nonno adesso è stato ucciso. E quello che chiediamo è che sia fatta giustizia. Che la magistratura prenda il colpevole e che venga punito. Punito davvero, non messo fuori dopo qualche anno perché in carcere si è comportato bene».

Ieri l’intera famiglia si è riunita a Fagnano Olona, dove , la figlia della vittima vive. Antonella ha sposato, la cui famiglia è nota, per aver avuto diversi problemi con la giustizia, anche connessi allo smaltimento abusivo di rifiuti. Anche questo legame di parentela della vittima con gli Accarino è oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti. Anche se una vendetta, un regolamento di conti, al momento restano moventi sullo sfondo.

Faraci era un anziano incensurato, da tutti descritto come persona per bene. L’ipotesi del furto andato male resta in primo piano. Anche per le modalità con cui l’omicidio è stato commesso: sembrerebbe che l’omicida abbia improvvisato colpendo con il primo oggetto trovato, forse sorpreso di trovare la vittima in casa. Un delitto con motivazioni diverse probabilmente avrebbe avuto una diversa pianificazione. Anche se non si esclude la messa in scena, pare difficile che le cose siano andate così. Non è chiaro al momento nemmeno da dove il ladro sia passato: forse da una finestrella al piano terra, sul retro della casa, non molto visibile dalla strada. Oppure dalla porta, trovata aperta dalla moglie quando è rincasata. Tutti, almeno una volta, siamo rimasti in casa senza chiudere a chiave. Oppure l’assassino potrebbe aver lasciato la porta aperta per garantirsi la fuga. «Quattro furti in due anni. Adesso l’anno ucciso. È nessuno ha mai fatto niente per garantire più sicurezza», ribatte Vito Faraci.

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