E ora riapre il Borducan Uno dei simboli del Monte

Ha riaperto lo storico hotel “Al Borducan”. Dopo la temporanea chiusura annunciata nel novembre del 2013, a riprendere in mano la gestione della struttura ricettiva, incastonata nel suggestivo borgo, sono proprio i proprietari: e . 

I due coniugi, grazie anche alla consulenza dello chef stellato che da due anni gestisce un altro dei loro hotel, proprio a pochi metri di distanza dal “Bourducan”, “Le Colonne”, hanno deciso di riproporre ai propri ospiti una cucina tradizionale, con ingredienti semplici. «Pochi piatti, ma fatti bene e curati».

Si va dal filetto di maialino, alla tagliata di salumi e formaggi selezionati, al pane fatto in casa, sino alle torte confezionate proprio dalla signora Mirella. Novità del menù, la fonduta cinese fatta con gamberi, manzo, pollo e pollo aromatico, preparato con i tipici funghi della tradizione cinese, le “orecchiette di Giuda”. Un locale di così lontane origini non poteva che rivedere la luce. Sia l’hotel-ristorante “Le Colonne”, che “Al Borducan” sono di proprietà della famiglia Bianchi-Bregonzio (questo il cognome della mamma del signor Armando) da diverse generazioni.

«Le Colonne era di proprietà della famiglia di mio padre. Nella seconda metà dell’Ottocento, il locale si trovava nella zona del Mosè – racconta il signor Bianchi – Il primo Borducan, invece, di proprietà della famiglia di mia madre, si trovava dove oggi sorge il Montorfano. Con l’apertura della funicolare e con l’avvento delle strade asfaltate,entrambe le famiglie decisero di acquistare dei terreni proprio vicino alla funicolare e realizzare lì le nuove strutture: nel 1921 fu così inaugurato il nuovo hotel-ristorante “Le Colonne” e nel 1924 il nuovo “Borducan”». 

Circa 15 anni fa, il signor Bianchi decide di ristrutturare le due strutture e interviene anche sul restauro del vecchio lavatoio in via Beata Caterina Moriggi, il cui tetto era crollato. Nel 2000, l’allora sindaco , in segno di riconoscimento per l’intervento fatto, decide di apporre una targa in memoria di Bruno e Anna Bregonzio.

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