Ebola: allarme internazionale A Malpensa barricate anti-virus

Allarme Ebola, sopralluogo a Malpensa dell’assessore regionale: «Situazione sotto controllo, Regione Lombardia è pronta ad affrontare l’emergenza». Ma c’è il rischio di una psicosi per il temibile virus: ieri a Gallarate il pronto soccorso dell’ospedale è rimasto chiuso tre ore per un sospetto contagiato, in realtà malato di malaria.

All’indomani dell’allerta internazionale diramato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, subito seguito da un vertice tecnico in Regione Lombardia per l’avvio delle procedure conseguenti, ieri mattina l’assessore alla salute e vicegovernatore Mario Mantovani ha effettuato un sopralluogo all’aeroporto di Malpensa, visitando le strutture dell’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) del ministero della Salute, che è l’ente preposto al controllo sanitario sui passeggeri e sulle merci in transito attraverso i punti di ingresso transfrontalieri.

A rilanciare l’allarme, poche ore prima, era stato il presidente di Regione Lombardia , suonando «la sveglia» al governo Renzi, visto che «Ebola uccide, ma qui fanno entrare tutti». Un riferimento ai clandestini che sbarcano sulle coste del Sud.

Così ieri mattina il suo numero due Mantovani si è presentato a Malpensa per verificare, accompagnato dal direttore dell’Usmaf , lo stato del «canale sanitario» attivo nello scalo, una zona isolata e protetta, riservata ai controlli per i casi di passeggeri in cui si sospetta la presenza del temibile virus, come di altre malattie infettive. «Sono qui per rassicurare i lombardi e dire che è tutto sotto controllo – le parole di Mantovani – non ci sono particolari urgenze, se non un’attenzione maggiore».

Anche perché, come ricordava la dirigente della polizia di frontiera di Malpensa , «allo scalo non arrivano voli diretti dai Paesi colpiti dal virus». Si tratta di Nigeria, Liberia, Guinea e Sierra Leone, Paesi dell’Africa Occidentale che sono collegati con Malpensa solo attraverso altri scali (ad esempio Lagos, in Nigeria, via Fiumicino).

È per questo che, prima dell’allerta dell’Oms, non erano stati predisposti controlli straordinari come si era visto in altri aeroporti internazionali, dove vengono utilizzati apparecchi per la misurazione della temperatura corporea, visto che la febbre alta è uno dei principali sintomi di Ebola.

L’assessore Mantovani ha illustrato i protocolli di emergenza messi in campo da Regione Lombardia per rispondere all’allerta internazionale dell’Oms: «È pronto l’ospedale Sacco di Milano, che ha a disposizione mezzi di trasporto straordinari, che devono avere tre scomparti distinti per gli autisti, i medici e per l’eventuale paziente».

«Posso assicurare che Regione Lombardia è ovviamente a disposizione con tutti i mezzi necessari in caso di una evenienza straordinaria per quanto riguarda il virus Ebola, anche se non ci sono casi e ci auguriamo che non ci siano. Siamo pronti su tutti i fronti e abbiamo la sicurezza e la tranquillità di sapere che la sanità in Lombardia è comunque sempre all’altezza del compito». Rispetto alle preoccupazioni per lo stato di salute dei profughi presenti in Lombardia, l’assessore ricorda che «tramite le Asl, sono attive le attività di prevenzione nei confronti delle persone temporaneamente alloggiate sul territorio lombardo, secondo le indicazioni ministeriali, anche procedendo con la somministrazione delle vaccinazioni previste».

Oltre mille prestazioni sono già state erogate ai 3.200 profughi presenti in Lombardia, dato del 31 luglio. Basterà per tranquillizzare cittadini e operatori sanitari, visto il caso di ieri a Gallarate che ha bloccato per ore il pronto soccorso? «Regione Lombardia – la chiosa polemica del governatore Maroni – si è preparata all’emergenza, in attesa che il Governo romano si svegli».

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