Ecco perché il Molina fa gola alla politica

Chi fa il presidente dell’ente non prende un euro eppure quella poltrona è ambitissima dai partiti. Ospiti, dipendenti e un ricco patrimonio immobiliare: così la Fondazione è una realtà strategica

– Tutti in corsa per la presidenza della Fondazione Molina. Anche se la carica verrà svolta assolutamente in maniera gratuita.
Abituati alla “caccia”, da parte della classe politica nostrana, a poltrone ben più redditizie, lascia infatti perplessi tutta questa guerra tra partiti per conquistare la posizione di guida dell’ente che, per quanto prestigiosa, non prevede nessuna indennità economica.

In realtà, anche se gratuita, la presidenza del Molina rappresenta un’importantissima posizione di gestione del potere in città.
La casa di riposo ha infatti numeri imponenti: circa 500 ospiti e oltre 500 persone impiegate professionalmente nei diversi settori. Si tratta quindi di una grossa “azienda”, il cui controllo è molto ambito.
Ma non solo. La Fondazione possiede anche un consistente patrimonio immobiliare. L’esempio più conosciuto è il cinema Politeama, oltre ad altri beni,

terreni inclusi. E proprio su un terreno vicino alla struttura, situato in via Ottorino Rossi, dalla fine del 2013 è aperta una partita molto importante, legata alla Fondazione. Ovvero l’operazione edilizia di housing sociale, inserita nel Pgt in fase di adozione. Operazione che potrebbe portare tra i 4 e i 5 milioni di euro in cassa all’ente.
Il progetto è approvato con un voto trasversale nel dicembre 2013, su proposta del Partito democratico, al quale si sono accodati gli altri partiti, ad eccezione della Lega Nord che votò contro (ma anche nel Carroccio due consiglieri votarono a favore, distinguendosi dal gruppo).
Il progetto prevede la costruzione di 25 appartamenti di housing sociale, bilocali e monolocali, destinati agli anziani.

Progetto che dovrebbe essere portato avanti proprio dalla Fondazione.
L’assessore all’Urbanistica , leghista, era contrario, ma alla fine, per evitare spaccature nella maggioranza sul Pgt, decise di astenersi dal dare indicazione di voto. In realtà, Binelli sarebbe stato contrario, preferendo la realizzazione di un’area verde.
Il sindaco Attilio Fontana si astenne. L’ex Pdl votò a favore, con le eccezioni di e . Nel Carroccio a favore votarono e . A favore anche l’Udc. Mentre il resto della minoranza si espresse contro, nonostante la proposta venisse proprio dal principale partito di opposizione.
Dalle dinamiche di voto, si capisce come il progetto, se la presidenza venisse rivendicata dalla Lega, potrebbe essere bloccato. Al contrario con Liberi per Varese, il cui candidato è ufficialmente , dovrebbe andare avanti. Il Carroccio ha due esponenti in lizza, ed .
La “lotta” finale per la presidenza sarà quindi tra Campiotti, segretario regionale dell’Udc, e uno dei leghisti. Tra i due sembra che la segreteria cittadina della Lega non abbia espresso preferenze, lasciando quindi la scelta al sindaco.

L’unica certezza è che tra le due forze politiche di maggioranza non c’è ancora stato un incontro definitivo per arrivare all’accordo.
Anche perché i problemi non sono solo all’interno della coalizione di centrodestra, ma anche dentro Liberi per Varese (il gruppo unico che in consiglio comunale vede l’unione tra Forza Italia e Udc). Il consigliere comunale (Forza Italia) ha lamentato sulla scelta dei candidati al cda la mancanza di confronto interno.
Insomma, la Fondazione Molina è una pedina importante per le prossime elezioni comunali, per via del prestigio dell’ente. Ma è anche una polveriera che rischia di far implodere il centrodestra.