Ex officine, oggi hotel dei disperati

I questuanti sono tornati in via Pacinotti. Sgomberati la scorsa primavera, hanno ripreso possesso delle ex officine ferroviarie: all’interno giacigli arrangiati, fornelli rudimentali e una bombola del gas. Mentre una copertura in eternit è pericolante.

A denunciarlo uno dei residenti della zona, stanco di essere disturbato dalle liti notturne dei “vicini di casa” e dai “lavori” per la costruzione dei posti letto abusivi. «Per non parlare della sporcizia», aggiunge, «qua si è riempito di topi, me li sono trovati pure nel giardino di casa».

L’accesso al sedime ferroviario avviene da due punti. Il primo è il cancello dello scalo merci, ancora in funzione, che rimane sempre spalancato. Come ingresso di servizio, quando quello principale è chiuso, gli occupanti hanno ricavato un passaggio nella recinzione in mattoni.

L’altro è dal sovrappasso della Mornera. Sotto il ponte c’è un materasso, con un rudimentale comodino e alcuni panni stessi. Di fianco la recinzione è divelta: passando da qui ci si infila attraverso un cancello aperto a metà e si accede.«Di solito arrivano la sera, alle otto e mezza». E la mattina escono per chiedere l’elemosina in città. All’interno delle ex officine c’è di tutto: materassi gettati a terra a fare da giaciglio e coperte appallottolate in quei locali che sono stati adibiti a camera da letto, ben visibili attraverso le finestre che si affacciano su via Pacinotti.

Seminascosta da un telo di plastica, spunta persino una carrozzina. Nel cortile ci sono addirittura due tavolini di plastica completi di sedie. E dotati di ombrellone per ripararsi dalla pioggia e dal sole estivo.

Nel caos delle ex officine ferroviarie, c’è da dire che i questuanti cercano di mantenere un ordine tutto loro. Diversi i fili tirati per stendere i panni ad asciugare. Appesa ad un muro c’è persino una di quelle confezioni che si usano per conservare i completi eleganti. Nel cortile ci sono anche alcuni rudimentali fornelli. Due mattoni a delimitare il fuoco, un piano per appoggiare le pentole. Alcune padelle giacciono abbandonate, qualcuna a terra, altre sui tavoli, in alcuni casi con degli avanzi di cibo all’interno. Vicino al cancello di ingresso, circondata da laterizi, ecco una bombola del gas.

Più che il rischio di un incendio, però, a preoccupare i residenti è la copertura in eternit dell’edificio che affaccia su via Pacinotti. «Quando sono venuti a sgomberare, con le ruspe hanno fatto dei buchi nell’edificio», racconta uno dei residenti. Il risultato è che il tetto in amianto si è piegato verso il basso. Il timore è che possa bastare una nevicata a far crollare la struttura, diffondendo nell’aria le polveri cancerogene di eternit.

I residenti si sono già rivolti sia alla Polizia di Stato che alla Polfer. Il punto è che devono essere le Ferrovie a chiedere alle forze dell’ordine di intervenire. Gli abitanti della zona chiedono anche all’amministrazione comunale di attivarsi. In via Pacinotti, ormai, la situazione è diventata insostenibile.

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