Gavirate come il Garda Così nasce l’olio d’oliva targato Varese

Recuperare e far vivere di nuovo l’antichissima tradizione olearia della zona di Gavirate e del lago di Varese, risalente addirittura all’anno 923, impiantando nuovi ulivi e sfruttando quelli già presenti. L’ambizioso progetto porta la firma di , presidente dell’associazione culturale “Il Sarisc” di Oltrona e Groppello che con ha compiuto una serie di studi storici sulle colture del passato nel territorio compreso tra il lago varesino e il massiccio del Campo dei Fiori.

«L’obiettivo è quello di coinvolgere i Comuni rivieraschi e della zona fino a Gemonio e Carvate – spiega Cassani – Gavirate ha accettato di essere capofila ed anche Varese ha già dato una risposta entusiasta e fattiva; vogliamo arrivare a piantare circa 1.400 piante di ulivo». La valenza del progetto non è soltanto storica e culturale ma anche sociale. «Vorremmo affidare la coltivazione e poi la produzione dell’olio ad associazioni che si occupano di sociale e di portatori di handicap» sottolinea il presidente, che ha incassato anche il plauso di Sloow Food, per la sua operazione di riscoperta dell’antica tradizione agricola gaviratese. La falsariga da seguire è quella dell’associazione Sant’Imerio di Bosto a Varese, che ha dimostrato come progetti di questo tipo possano funzionare bene sul nostro territorio.

«Dai nostri studi, rovistando tra le pergamene di Santa Maria del Monte di Velate e dell’archivio di San Vittore a Varese, abbiamo appurato che in alcuni documenti si parla dell’esistenza di un frantoio ad Oltrona già nel 923 – prosegue Cassani – è un’antica attività artigianale che merita di essere riscoperta». Erano le due nell’antichità le vie dell’olio che il progetto de “Il Sarisc” intende riportare alla luce, attraverso dei sentieri; la prima conduceva da Velate ad Oltrona passando per Casciago e Morosolo e una seconda che univa Velate ad Orino, passando attraverso l’attuale sentiero 10 del parco Campo dei Fiori.

I nuovi alberi di ulivo verremmo impiantanti in terreni di proprietà pubblica o nei parchi dei Comuni aderenti, per riprendere la produzione dell’olio, con la realizzazione di un frantoio proprio ad Oltrona. «L’iniziativa potrebbe rivelarsi produttiva e potrebbe inserirsi nel progetto “Orti Urbani”, coinvolgendo il volontariato sociale e dando un’opportunità di lavoro a chi è in difficoltà» osserva il presidente, che pensa anche ad un’iniziativa “Adotta un ulivo”, rivolta anche a privati cittadini che volessero mettere a disposizione i loro terreni o giardini. Il progetto de “Il Sarisc”, sarà presentato anche alla prossima Fiera di Varese, dove l’associazione di Oltrona avrà a disposizione uno stand dove potrà spiegare come far rinascere l’olio del lago.

© riproduzione riservata